Dieci luoghi splendidi che non potete mancare di visitare in Francia

 Da oltre vent’anni sul tetto del mondo: non è uno slogan ma la realtà della Francia, dal 1990 prima destinazione turistica mondiale. Una ricchezza che è frutto, anzitutto, della varietà della nazione transalpina. La redazione di Easyviaggio.com invita a visitare dieci luoghi francesi da scoprire o da riscoprire, per un percorso di viaggio che, partendo dal web, può diventare autentica ispirazione.

Lille
A Lille passato, presente e futuro si fondono in un continuum architettonico in cui le testimonianze di varie epoche si sovrappongono: il tutto, senza quell’aria polverosa e sonnacchiosa che hanno certe città dal glorioso passato. Il risultato non è solo piacevole dal punto di vista estetico, ma anche perfettamente vivibile. Le officine del Maisons Folie riassumono perfettamente lo spirito della città: l’edificio mantiene tutt’ora la sua identità storico-architettonica, ma è stato fatto rinascere a nuova vita come luogo di cultura e creazione, divenendo inoltre uno degli edifici simbolo di Lille ”Capitale della cultura” 2004. Una città in cui modernità e storia convivono a braccetto: si consiglia una visita a musei tradizionali, come il Palais des Beaux-Arts e il museo dell’Hospice Comtesse, e a luoghi moderni come l’Aéronef, vero crogiuolo di idee cittadino dove si presentano concerti, spettacoli teatrali e di danza.

San Valentino romanticissimo a Montmartre

 E’ amata, vissuta, visitata e percorsa da milioni di persone e ogni volta la capitale francese non cessa di meravigliare, di suggerire nuove sensazioni, di rinnovare l’immediato stupore e di svelare i suoi segreti. Sono tanti i volti di Parigi e ognuno meriterebbe un viaggio a sé, ma per scoprire uno dei luoghi più affascinanti e ricchi d’atmosfera è bene passeggiare tra le vie, le piazze e le scalinate del quartiere di Montmartre, che racchiude arte e storia e che meglio esprime l’anima romantica e creativa della capitale francese.

Festiventu: a Calvi, in Corsica, si festeggia il vento con aquiloni e mongolfiere

 Festiventu, il festival del vento, in programma a Calvi dal 27 al 31 ottobre, è una delle manifestazioni più originali ed eclettiche della Corsica: per cinque giorni sopra la baia della città, nella regione della Balagne, volteggeranno aquiloni, mongolfiere, palloni colorati, note musicali, bandiere e strane creazioni eoliche, mentre animazioni teatrali, eventi sportivi e artistici si esibiranno in spiaggia e per le strade del centro. A decidere il programma della singolare manifestazione è il vento, protagonista assoluto con l’arte, lo sport, la musica, la scienza, la medicina, l’umorismo, l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e il risparmio energetico.

Una celebrazione del Vento
Come ogni anno Calvi si trasforma nella capitale del vento, che da queste parti è implacabile, e viene invasa un po’ ovunque – dalla spiaggia alla Cittadella – da singolari costruzioni, da concerti, conferenze, invenzioni scientifiche, da animazioni per le strade di attori e clown, di acrobati e funamboli che richiamano sempre il tema del vento e del senso di libertà. Caratteristica fondamentale della manifestazione è la multidisciplinarità che dà luogo a scambi, progetti e a dibatti costruttivi.

A caccia di tartufo tra le campagne del Périgord

 Le acque placide della Dordogna scorrono tra i campi del Périgord, nella regione dell’Aquitania, a sudovest della Francia. E’ carica di storia questa parte del Paese: abitata dall’uomo di Neanderthal, attaccata dai Vichinghi e dai Normanni, occupata dai Romani, flagellata dalla guerra dei Cent’anni e dai conflitti di religione. Contesa, conquistata e poi difesa, al riparo di castelli merlati, di foreste buie e misteriose e di borghi racchiusi tra alti pareti di rocce, a ridosso dei fiumi. Il grande dipartimento del Périgord, uno dei più vasti di Francia, è ricco di fascino e di paesaggi incantevoli: centri storici, castelli, fortificazioni e batides – villaggi turriti –, arroccati sui colli, con paesaggi rupestri di grande attrattiva. Per comodità il dipartimento è diviso in quattro parti, ognuna caratterizzata da un colore: il Périgord Noir – con centro nel borgo di Sarlat-la-Canéda tra la valle della Dordogna e quella del Vézère, ricca di grotte preistoriche -, è nero perché in autunno il fogliame delle querce e dei castagni ricopre il terreno, formando un tappeto scuro che nasconde nell’umidità tartufi, patate, castagne e funghi.

Itinerario di viaggio in Normandia, sulle orme golose del Calvados

 Si fa presto a dire di amare la “cucina francese” se poi si esita davanti a una terrina di piccione, una dozzina di lumache o una tartina al fois gras. Il Calvados, nella Bassa Normandia (www2.normandie-tourisme.fr/sito-normandia-109-6.html), è il non plus ultra del mangiare d’oltralpe, per non parlare del liquore che prende il nome dalla regione, al centro in questo periodo dell’attività contadina per la raccolta delle mele. Bastano pochi giorni per un tuffo in questo mondo antico di sapori e cultura popolare che alle sue tradizioni ha dedicato una strada, la Route des traditions (65 chilomentri, www.calvados-tourisme.com/fr/2/0/routes-thematiques/presentation/la-route-des-traditions) a partire da Aunay sur Odon, Caumont l’Eventé, Villers Bocage o Saint Martin des Besaces.

Caccia ai fantasmi a Parigi: un itinerario tra necropoli e tombe famose

 Sotto le strade di Parigi si nasconde un’altra città, misteriosa e affascinante, che attira più di 200 mila visitatori l’anno. Vi si accede da una porticina dalle parti di Montparnasse (Metro Denfert-Rochereau, biglietto intero 8 euro), per trovarla basta seguire le indicazioni per le Catacombes (www.catacombes-de-paris.fr).

Les Catacombes
Una scala conduce a un’imponente portone: “Fermati! – avverte l’incisione sull’architrave – Questo è l’impero della Morte”. Difficile darle torto, i quasi due chilometri di cunicoli che seguono sembrano abitati dai fantasmi. Le ossa dei cimiteri di tutta Parigi sono state trasportate qui, di notte, a partire dal 1780. Per motivi di igiene le vecchie tombe dovevano essere svuotate. Teschi e ossa sono stati impilati e disposti con ordine in antiche gallerie minerarie: le tibie da una parte, le costole dall’altra, le rotule a formare una decorazione sul soffitto. L’Illuminismo imponeva pochi sentimentalismi e nessuna attenzione all’integrità dei corpi. L’importante era disporre i resti in modo da occupare meno spazio possibile.