Cosa succederebbe se un gruppo di onesti lavoratori, di cittadini per bene un giorno decidesse di cambiare radicalmente la propria vita?
Decidesse magari di lasciare la propria confortevole, ma insopportabile casa in affitto?
La propria automobile comprata a rate? Il frigorifero, la televisione, il tostapane, computer, il motorino, la playstation e le pantofole di lana fuori e cotone dentro?
Urban Nomad è la storia di una scelta. Quattro persone che decidono, forse costretti dall’ ennesima crisi economica, di lasciare tutto.
LO SPETTACOLO
Si forma così una piccola tribù che presto trova proprie regole sociali, usi e costumi: ecco nascere dunque nuove danze popolari, nuovi culti, mistificazioni e atti pratici dedicati alla quotidiana sopravvivenza.
L’ habitat è quello urbano perché la nuova tribù è si nomade, ma all’ interno di una delle tante città di oggi o di domani, vive, gioca, combatte, si nutre di tutto quello che la società consumistica dimentica in giro per le strade. Il racconto si muove tra gli oggetti di uso comune, si ricicla e si reinventa un utilizzo diverso delle cose.