Partiamo da lontano, partiamo dal mito:
Djerba per dimenticare
Lotophagitis è il nome con cui l’isola era conosciuta nell’antichità;Djerba è l’isola dove, nell’Odissea, Ulisse e i suoi compagni incontrarono il popolo dei Lotofagi. Alcuni tra i compagni di Ulisse, imitando gli abitanti del luogo, si cibavano del fiore di loto al fine di perdere il ricordo della loro vita passata.
Djerba per rinascere.
Per gli antichi Egizi il loto era simbolo di rinascita, resurrezione, luce, speranza e salvezza. Ecco perché appare in molte scene di cerimonie e il gesto di consegnare il loto era un gesto sacro. La tradizione dice che nell’aspirare il profumo del loto si coniugano il piacere e la magia della rinascita.
Djerba è la più grande isola del Nordafrica (514 km²), situata nel golfo di Gabès di fronte alle coste della Tunisia, collegata all’isola da un ponte lungo sette chilometri. Il clima è temperato e il suolo ben coltivato. Il suo capoluogo è la cittadina di Houmt Souk, che ha circa 65.000 abitanti.
Ai primordi delle colonizzazioni dell’isola, vi approdarono i Fenici, seguiti dai Cartaginesi, poi dai Romani, dai Bizantini e dagli Arabi.
Gerba è una popolare meta turistica, soprattutto per turisti francesi, tedeschi e italiani, e deve proprio a loro il suo principale reddito; in passato proveniente invece dalla pesca e dalla coltivazione, lavorazione e distribuzione del grano. Immersa nel Mar Mediterraneo, gode di un clima molto mite e piacevole, con giornate soleggiate e temperature non troppo elevate, anche in piena estate. Ciò ne fa una meta particolarmente gradevole, da visitare in tutti i periodi dell’anno.
Gerba è servita dall’aeroporto di Gerba-Zarzis, che si trova a 9 km dalla città.