Un viaggio tra le mille viuzze e i chilometrici mercati della Siria, meta ideale per gli amanti dello shopping. Nei souk e’ possibile rifornirsi di tutto a prezzi molto convenienti e, se si è bravi a contrattare, l’acquisto diventa ancora più interessante e divertente. Il souk di Damasco e’ un vero mondo da scoprire: affascinante e immenso, anche perche’ costituito da diversi souq situati gli uni vicini agli altri e collegati tra loro. La sensazione di chi vi entra per la prima volta e’ quella di un labirinto in cui sembra impossibile ritrovare l’uscita. Si può acquistare praticamente di tutto. Tra le centinaia di botteghe (alcune piccolissime) si trovano tessuti di tutte le fogge e qualita’, tra cui i famosi damascati, noti sin dal medioevo. E ancora, eccentriche passamanerie, cosmetici, saponi, gioielli, bigiotterie, alimenti, dolciumi, frutta secca. E poi i fiori, soprattutto le rose, famose fin dall’antichità E infine le essenze. Le piu’ disparate. I profumieri siriani hanno una tradizione millenaria e sono in grado di realizzare profumi personalizzati in pochi minuti, o imitare i profumi di marca piu’ famosi e costosi, al prezzo di una manciata di euro.
I viaggi del Gusto
Dine About Town di San Francisco: la promozione valida dal 15 al 31 gennaio nei ristoranti
Dine About Town di San Francisco torna per il decimo anno dal 15 al 31 gennaio 2011, offrendo a residenti e visitatori un incentivo per un’esperienza gastronomica di San Francisco nei migliori ristoranti a prezzi promozionali. I clienti possono scegliere tra più di 100 ristoranti partecipanti alla promozione che offriranno un pranzo a due portate per $17.95 e/o una cena di tre portate per $34.95. Questi prezzi rappresentano fino al 25% di risparmio sul prezzo regolare di un menu à la carte. L’elenco completo di ristorante Dine About Town di San Francisco è pubblicato su www.dineabouttown.com.
500 chili di cioccolato per un maxi presepe ambientato negli Stati Uniti, fino al 6 gennaio a Sorrento
E se invece che in una grotta di Betlemme, Gesù fosse nato sulle scale della Casa Bianca, magari, ai giorni nostri? Un’insolita ipotesi portata avanti dal pasticciere Antonio Cafiero che, nella sua gelateria di corso Italia a Sorrento, ha appena dato forma a un presepe di oltre 500 chili realizzato con cioccolato bianco, al latte e fondente ambientato, guarda caso, nel cuore degli Stati Uniti.
A fare da riparo a Madonna, San Giuseppe, Bambinello & co, l’imponente ingresso della mitica White House addobbata a festa con coloratissimi alberelli tutti da sgranocchiare, così come l’intera opera d’arte creata, rigorosamente a mano e senza stampi, in 15 giorni pieni.
Un presepe tutto commestibile che il 6 gennaio sarà fatto parzialmente a pezzetti e distribuito a turisti e residenti.
Capodanno nelle cantine della Franciacorta alla scoperta dello Spumante
Lo spumante è il vino delle feste per eccellenza, simbolo di convivialità e del gusto di stare insieme. Il Capodanno, ormai alle porte, è un’ottima occasione per scoprire la regione vinicola della Franciacorta, la maggior produttrice di spumante in Italia. E’ un viaggio gratificante che permette di conoscere deliziosi borghi, cantine, abbazie, musei e la storia del celebre vino. E’ una delle zone vinicole più famose d’Italia, la Franciacorta, dove lunghi filari di vite disegnano le dolci colline, punteggiate da piccoli castelli, abbazie e ville nobiliari, immerse nel verde di parchi secolari tra il fiume Oglio e la città di Brescia fino alle sponde del lago d’Iseo.
Le tradizioni europee del Natale – Parte quarta
In Spagna (www.spain.info/it) il pasto principale a cui dedicare tutte le energie è il cenone della vigilia, quando si assaporano tacchino o cappone. La farcitura di questi piatti varia a seconda della regione in cui ci si trova: in Galizia si usano le castagne, nelle Asturie le mele e in Catalogna l’uva passa, le prugne e i pinoli. Ma in ogni menu natalizio ci sono anche l’arrosto di maiale, possibilmente il maialino da latte, morbido e croccante, il capretto e il pesce al forno con contorni di patate, cavolo rosso e carciofi. Ultimamente si usa abbinare il pesce al salmone affumicato e soprattutto ai frutti di mare cucinati in tanti modi diversi. La cena termina con i polverones, dolci di pasta frolla con mandorle, anice e cannella, torrone alle mandorle – il più famoso è quello di Jijona con miele, noci tritate e cannella – e l’immancabile spumante spagnolo, il cava, o un bicchiere di buon sherry, il Jerez Manzanilla.
Puglia, il Natale in masseria – Parte quinta
Chi preferisce una sosta nel centro di Ostuni, invece, può alloggiare nel Relais La Sommità (www.lasommita.it), ospitato in una dimora del Cinquecento, proprio accanto alla cattedrale. Le camere e le suite, tutte diverse fra loro, sono arredate in modo raffinato e hanno vista sul giardino spagnolo con il mare in lontananza. Fuori Ostuni, in località Carovigno, delizioso borgo a 7 chilometri dal mare, dove meritano una visita il poderoso castello e le mura aragonesi, c’è la possibilità di soggiornare nell’ambiente familiare e tranquillo della tenuta Falieropolis ([email protected]), in contrada Grottagiuliana. Su 4 mila metri quadrati di terreno coltivato a ulivi, fichi d’india e capperi due trulli e una lamia sono stati trasformati in tre piacevoli casette da affittare per almeno una settimana. Lecce, bellissimo gioiello barocco, è una città molto vivace anche d’inverno e offre proprio in questo periodo l’occasione di scoprire i paesi meno noti dell’entroterra salentino.
Natale a Scapoli, la patria delle zampogne
La fragranza dei dolci al miele e alle mandorle, il candore atteso della neve e le armonie penetranti delle zampogne: in Molise il suono del Natale è soprattutto quello dell’antico strumento che accompagnava i pastori nei loro spostamenti la cui tradizione è viva da secoli – tutto l’anno – a Scapoli (www.comunescapoli.is.it), paesino di nemmeno mille abitanti che si erge su uno sperone roccioso a ridosso delle Mainarde. Angolo nascosto del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il piccolo centro della provincia isernina vanta una fama internazionale come patria delle zampogne: è uno dei pochi in Italia in cui ancora opera un numero ristretto di artigiani che mantengono in vita la tradizione e la fabbricazione dello strumento tramandandone le tecniche di costruzione alle generazioni future. Chi a luglio ha perso il mega raduno del Festival Internazionale della Zampogna – con suonatori di zampogne e cornamuse da tutto il mondo – e non vuole aspettare un altro anno, il periodo di Natale è più che mai indicato per una visita al borgo dove le nenie che preannunciano l’avvento del Messia aggiungono quel pizzico di fascino in più a una vacanza in una località di montagna di per sé affascinante.
Le tradizioni europee del Natale – Parte terza
La Danimarca è il Paese della birra e a Natale si produce la Julbryg con una gradazione alcolica tra i quattro e i sei gradi, ma nel periodo delle feste si prepara soprattutto il gløgg, un vin brulé con acquavite, uva sultanina, mandorle, zenzero e chiodi di garofano. E’ servito bollente ed è indispensabile per riscaldarsi dal gelo invernale. A tavola, in Inghilterra (www.visitbritain.com/), non mancano mai l’oca e il tacchino arrosto, ripieni di cipolle, mele e i classici cavolini di Bruxelles e le patate arrosto con le salse. Il pranzo di Natale termina poi con mele al forno con zucchero a velo, il tradizionale Christmas pudding, storico e antico budino, e i mince pies, dolcetti rotondi a base di mele, uva sultanina, marmellata di albicocche, strutto e succo di limone, che si degustano con il vino dolce. In Scozia il tradizionale pranzo di Natale prevede brodo di pollo con verdure e salmone come antipasto, tacchino arrosto con cipolla e salvia, salsicce con patate arrosto, carote e cavoli di Bruxelles. Per dessert sono immancabili il pudding di Natale e una crema a base di whisky.
Puglia, il Natale in masseria – Parte quarta
Viaggiando in direzione Selva di Fasano, la strada è attorniata da trulli isolati e raggruppati in piccole contrade. Una di queste ospita la Tenuta Monacelle (www.tenutamonacelle.it), lussuoso relais tra ciliegi, ulivi, pini e querce. Gli antichi trulli, ben 30, sono stati trasformati in suite, camere di grande prestigio e in un ristorante, Il Ciliegeto, tra pietre calcaree e saloni a volte. Qui si degustano i sapori tipici della cucina pugliese e mediterranea, preparati dai proprietari della tenuta. Anche sulla costa, da Savelletri a Ostuni, è piacevole rilassarsi al tepore del mare, che d’inverno regala giornate calde, e nella tranquillità delle sue belle ed esclusive masserie. A Savelletri di Fasano quattro sono gli indirizzi più ricercati e probabilmente anche i più costosi: Torre Coccaro (www.masseriatorrecoccaro.com) è una masseria del XVI secolo, la più antica del territorio, circondata da ulivi, mandorli e carrubi. Le camere si affacciano su una corte interna ma la parte più suggestiva del complesso è la torre antica a cui si accede da una scala in pietra. Torre Maizza (www.masseriatorremaizza.com) si affaccia su un campo da golf ed è della stessa proprietà di Torre Coccaro.
Le tradizioni europee del Natale – Seconda parte
Secondo una tradizione che dura dal Medioevo si passa poi al lutfisk, baccalà macerato per una settimana in acqua e soda e condito con panna, besciamella o burro fuso. Tutte le portate, anche quelle del pranzo natalizio, sono accompagnate dal vörtbröd, pane dolce preparato con mosto di malto. La cena termina con i pepparkakor, biscottini speziati con zenzero, cannella, cardamomo e chiodi di garofano, a forma di cuore, abete o maialino; e il dessert tradizionale, un budino di riso con latte e cannella, che nasconde secondo un’antica usanza una mandorla portafortuna. E’ lo stesso dessert che chiude il pranzo di Natale in Norvegia (www.visitnorway.it), dove le portate principali sono a base di pinnekjøtt, agnello affumicato e stufato. Anche qui c’è l’abitudine di mangiare carne di maiale, soprattutto salsicce e prosciutto marinato e bollito con salsa di mirtilli rossi, e il classico baccalà.