I will keep a light burning, il 4 gennaio la performance di Renaud Auguste Dormeuil al Sofitel Roma

 Dopo il successo della mostra fotografica “Fashion Stills. Si la mode m’était contée”, esposizione dedicata al mondo dell’alta moda, il Sofitel Rome Villa Borghese torna a stupire i suoi ospiti con l’evento “I will keep a light burning”, una performance spettacolare e suggestiva realizzata il prossimo 4 gennaio 2011 dal grande artista francese Renaud Auguste Dormeuil.
Ispirato dalle scoperte del poliedrico padre della scienza moderna, Galileo Galilei, l’artista francese, grazie ad un potentissimo telescopio, immortala per la sua piece artistica gli astri dell’universo, invisibili a occhio nudo, nel momento esatto in cui la Terra è agli estremi della sua rotazione intorno al sole.

Capodanno di piazza in Europa: tutte le città del divertimento all’aperto

 Il capodanno è ormai alle porte e nelle capitali europee fervono i preparativi per i festeggiamenti. Le più belle città del continente si vestono di luci e colori, mani esperte curano gli ultimi dettagli per gli spettacoli pirotecnici e nelle piazze dei centri storici si allestiscono i palcoscenici che faranno ballare turisti e abitanti fino alle luci dell’alba. Se non si hanno ancora progetti per San Silvestro basta scegliere una città, prenotare un volo last minute e prepararsi a trascorrere una nottata in strada fra musica, brindisi e fuochi d’artificio. Ecco 11 capitali dove accogliere il 2011 in un bagno di folla, rigorosamente en plein air.

Shopping a Londra per i saldi, tra temperature polari e sciopero dei mezzi

 Un fiume di persone lungo i marciapiedi, code per entrare nei grandi magazzini, file per i camerini e interminabili attese alla cassa, tutto in nome di sconti che già il giorno dopo Natale erano del 50%. Benvenuti nel ‘girone dello shopping’, i saldi di fine anno a Londra che nella loro prima giornata, a Santo Stefano (nel Regno Unito ‘Boxing Day’) si sono rivelati più infernali che mai, complici il freddo polare e uno sciagurato sciopero della metropolitana che ha costretto mezzo milione di persone a raggiungere il centro della città in macchina, o stipato all’inverosimile sugli autobus.

Le tradizioni europee del Natale – Parte quarta

 In Spagna (www.spain.info/it) il pasto principale a cui dedicare tutte le energie è il cenone della vigilia, quando si assaporano tacchino o cappone. La farcitura di questi piatti varia a seconda della regione in cui ci si trova: in Galizia si usano le castagne, nelle Asturie le mele e in Catalogna l’uva passa, le prugne e i pinoli. Ma in ogni menu natalizio ci sono anche l’arrosto di maiale, possibilmente il maialino da latte, morbido e croccante, il capretto e il pesce al forno con contorni di patate, cavolo rosso e carciofi. Ultimamente si usa abbinare il pesce al salmone affumicato e soprattutto ai frutti di mare cucinati in tanti modi diversi. La cena termina con i polverones, dolci di pasta frolla con mandorle, anice e cannella, torrone alle mandorle – il più famoso è quello di Jijona con miele, noci tritate e cannella – e l’immancabile spumante spagnolo, il cava, o un bicchiere di buon sherry, il Jerez Manzanilla.

Le tradizioni europee del Natale – Parte terza

 La Danimarca è il Paese della birra e a Natale si produce la Julbryg con una gradazione alcolica tra i quattro e i sei gradi, ma nel periodo delle feste si prepara soprattutto il gløgg, un vin brulé con acquavite, uva sultanina, mandorle, zenzero e chiodi di garofano. E’ servito bollente ed è indispensabile per riscaldarsi dal gelo invernale. A tavola, in Inghilterra (www.visitbritain.com/), non mancano mai l’oca e il tacchino arrosto, ripieni di cipolle, mele e i classici cavolini di Bruxelles e le patate arrosto con le salse. Il pranzo di Natale termina poi con mele al forno con zucchero a velo, il tradizionale Christmas pudding, storico e antico budino, e i mince pies, dolcetti rotondi a base di mele, uva sultanina, marmellata di albicocche, strutto e succo di limone, che si degustano con il vino dolce. In Scozia il tradizionale pranzo di Natale prevede brodo di pollo con verdure e salmone come antipasto, tacchino arrosto con cipolla e salvia, salsicce con patate arrosto, carote e cavoli di Bruxelles. Per dessert sono immancabili il pudding di Natale e una crema a base di whisky.

Natale nella contea di Meath, itinerario in Irlanda tra castelli e whiskey

 L’Irlanda non e’ solo Dublino, Cork o Gallway. A pochi chilometri dalla capitale infatti, a non piu’ di un’ora di macchina sulle poco trafficate autostrade irlandesi, e’ possibile godersi un viaggio in mezzo alla verdissima campagna della Contea di Meath, che tra dimore di lusso, castelli e whiskey, puo’ essere una meta ideale per un ponte di 3-4 giorni, durante le festività natalizie. Il tour puo’ partire dal castello di Slane, luogo ricco di storia che dista solo mezz’ora dall’aeroporto di Dublino, e che dal 1701 appartiene alla famiglia dei lord Conyngham, che ancora vi abitano, anche se in una delle residenze presenti nel parco del castello. Circondato da 1500 acri di terreno, Slane Castle da tempo infatti puo’ essere affittato per banchetti, cerimonie e matrimoni e da trent’anni ospita d’estate, per volere di lord Henry, concerti rock che attirano ogni anno 80mila fan. Sotto la spianata del castello, hanno suonato e si sono esibiti gli U2 (che qui hanno anche registrato parte del loro quarto album, ‘Unforgettable fire’), i Queen, i Rolling Stone, Bruce Springsteen, David Bowie, Rem, Neil Young, Madonna, e tanti altri ancora.

Le tradizioni europee del Natale – Seconda parte

 Secondo una tradizione che dura dal Medioevo si passa poi al lutfisk, baccalà macerato per una settimana in acqua e soda e condito con panna, besciamella o burro fuso. Tutte le portate, anche quelle del pranzo natalizio, sono accompagnate dal vörtbröd, pane dolce preparato con mosto di malto. La cena termina con i pepparkakor, biscottini speziati con zenzero, cannella, cardamomo e chiodi di garofano, a forma di cuore, abete o maialino; e il dessert tradizionale, un budino di riso con latte e cannella, che nasconde secondo un’antica usanza una mandorla portafortuna. E’ lo stesso dessert che chiude il pranzo di Natale in Norvegia (www.visitnorway.it), dove le portate principali sono a base di pinnekjøtt, agnello affumicato e stufato. Anche qui c’è l’abitudine di mangiare carne di maiale, soprattutto salsicce e prosciutto marinato e bollito con salsa di mirtilli rossi, e il classico baccalà.

Settimana bianca in Transilvania, tra borghi e castelli innevati

 Tra le nevi nella misteriosa Transilvania, la terra del Conte Dracula, sciando tra le piste dei Carpazi, alla scoperta di piccoli borghi e castelli charmant. Qui si mescolano leggende e mistero. La meta più nota è Poiana Brasov, a pochi chilometri in direzione sud-ovest dalla graziosa città di Brasov. Tra le stazioni sciistiche più attrezzate della Romania, è una località creata ad hoc per ospitare le attività sportive. Qui le giornate trascorrono fra gare di sci, pattinaggio sul ghiaccio, corse sullo slittino, passeggiate in slitte trainate da cavalli, nuotate in piscina, saune e trattamenti di bellezza, mentre la vita après-ski si prolunga fino alle ore piccole in ristoranti, bar, discoteche e club. Agriturismi e alberghi in stile chalet, case e ville in affitto sono immersi nel bosco ai piedi delle funivie che portano alle piste, lunghe fino a quattro chilometri e mezz.. Da non perdere la risalita in telegondola, una struttura inaugurata nel 2005 che può trasportare 2.200 persone ogni ora.

Le tradizioni europee del Natale – Prima parte

 Da sempre il Natale si festeggia a tavola e quest’usanza sembra avere radici antichissime che risalgono addirittura all’epoca romana, quando si celebravano i Saturnali, feste in onore di Saturno, divinità dell’agricoltura e dell’abbondanza, per il solstizio d’inverno. All’epoca si preparavano grandi banchetti e si placava il dio Saturno che vagava per tutto l’inverno, quando cioè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche, offrendogli del cibo affinché tornasse nell’aldilà. Oggi la tradizione vuole che alla vigilia e per il giorno di Natale si prepari una tavola imbandita a festa con il servizio buono di piatti, di posate e di cristalli, con la luce delle candele e con le migliori ricette tramandate di madre in figlia, diverse in ogni regione, in ogni città, persino in ogni vallata.

Saint Moritz, la regina della Settimana bianca

 Elegante, aristocratica, esclusiva, distaccata. Eppure, amata in tutto il mondo. E’ St. Moritz, la località montana più famosa al mondo che anche a dieci gradi sotto zero – temperatura media dell’inverno delle Alpi svizzere dei Grigioni – regala un mondo incantato fatto di feste spumeggianti e storie d’altri tempi. Un rifugio dorato, un mito che si rinnova ogni anno. Alle pendici del Piz Nair il borgo sembra un delizioso presepe bianco, lucente e gelato. La neve ricopre ogni cosa, cancellandone i contorni: pendii, prati, strade, alberi, insegne. I tetti delle case fumano e le luci alle finestre regalano un’atmosfera ancor più suggestiva. Il lago è ormai completamente ghiacciato, le montagne ricoperte di neve danno la sensazione di proteggere il borgo dal gelo e i sentieri immacolati fanno venir voglia di scivolarci sopra, di sciare fino a valle. Uno scampanellio anticipa l’arrivo di una slitta trainata da cavalli, che galoppano tra gli alberi sollevando le neve ghiacciata.