Arcimboldo in mostra a Palazzo Reale di Milano dal 10 febbraio al 22 maggio

 Artista stravagante quanto celebre presso le corti europee del Cinquecento, Giuseppe Arcimboldi, detto Arcimboldo, e’ ricordato a Milano, sua citta’ natale, con una grande mostra, aperta al pubblico nel Palazzo Reale dal 10 febbraio al 22 maggio.

Chi era Arcimboldo
Arcimboldo (Milano 1527-93) parti’ dalla scuola di Leonardo, ispirandosi soprattutto ai ”disegni grotteschi”, con cui il maestro focalizzava i suoi studi sulla fisionomia. Tuttavia Arcimboldo sviluppo’ all’eccesso questo indirizzo, con un’arte stravagante, ma di forte impatto, diventando famoso soprattutto per avere raffigurato teste umane composte da assemblaggi di frutta e ortaggi. Ebbe successo soprattutto presso la corte degli Asburgo a Vienna, dove visse a lungo e dove si trova la maggior parte delle sue opere.

Canaletto sbarca a Washington dal 20 febbraio al 30 maggio alla National Gallery of Art

 Dopo il successo di Londra, arriva a Washington la mostra ‘Venezia: Canaletto e i suoi rivali’, che dal 20 febbraio al 30 maggio sara’ in esposizione alla National Gallery of Art. L’allestimento include una sessantina di capolavori dei grandi vedutisti (non solo Canaletto ma anche Bernardo Bellotto, Francesco Guardi, Michele Marieschi, Gaspare Vanvitelli e Luca Carlevarijs) e mette a confronto le diverse interpretazioni che danno della citta’.
Ad aprire la mostra americana – resa possibile dalla Fondazione Bracco – e’ una gondola originale di 10 metri, che fu portata negli Stati Uniti dal pittore Thomas Moran e fa parte della collezione del Mariners’ Museum di Newport News in Virginia. E’ dalla gondola che idealmente parte il tour virtuale fra le calli veneziane. La mostra pero’ ha anche un carattere scientifico. E proprio l’ex sindaco della citta’, Massimo Cacciari, che fa parte dell’advisory board della fondazione ha ricordato il forte legame nella Venezia del ‘700 fra i diversi ambiti della cultura, incluse pittura e scienza. I visitatori potranno anche provare la macchina oscura che alcuni vedutisti, come Canaletto, utilizzavano per dipingere i loro capolavori, cosi’ precisi che e’ possibile utilizzarli per misurare lo sprofondamento di Venezia nei secoli. Dal 1735 – anno in cui sono datati alcune delle opere in mostra – c’e’ stato uno spostamento del livello delle alghe di circa settanta centimetri.

Diego Della Valle finanzierà il restauro del Colosseo

 L’accordo c’e’: sara’ l’imprenditore Diego Della Valle a finanziare integralmente il restauro del Colosseo. Venerdì mattina la firma dell’intesa e poi la presentazione con il sindaco di Roma Gianni Alemanno, i sottosegretari Gianni Letta e Francesco Giro, il patron della Tod’s Spa e il commissario governativo per l’area archeologica centrale Roberto Cecchi.
Giro ha spiegato che “i lavori partiranno alla fine dell’anno e dureranno tra i 24 e i 36 mesi“. Adesso bisognerà pubblicare i bandi per la scelta delle imprese e poi partirà il restauro sulla base dei progetti esecutivi predisposti dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici.

Movimento delle cose: la personale di Dadamaino fino al 30 aprile a Milano

 Attraverso una ventina di opere, di medio e grande formato, la galleria Dep Art di Milano rende omaggio alla figura e all’opera di Eduarda Emilia Maino (Milano, 1930-2004), in arte Dadamaino, eclettica protagonista del dopoguerra, vicina – già a partire dalla fine degli anni Cinquanta – al gruppo degli spazialisti italiani e alle gravide sperimentazioni di coevi movimenti internazionali.

Movimento delle cose
L’esposizione, curata da Alberto Zanchetta, mette a fuoco il ciclo del Movimento delle cose, un “macrocosmo” metafisico e rarefatto dove minutissimi tratteggi si aggregano e si disperdono in un andamento fisiologico e fluttuante. Nel suo peculiare excursus, partendo da un’iniziale unicità del gesto e da una poetica di sottrazione, Dadamaino passa ben presto ad un concetto di moltiplicazione e di affastellamento che, attraverso soluzioni e materiali sempre più innovativi, dà vita ad un ricco corpus incentrato sull’inconscio e sulla ricerca del segno. Fin dai primi Volumi, passando per gli Inconsci Razionali e gli Alfabeti della mente, sino ai più recenti Movimenti delle cose, emerge la prorompente capacità dell’artista di perpetuare in tutti i suoi lavori una raffinata leggerezza.

The Prison Gate Museum e the Prince Willem V Gallery riaprono i battenti a l’Aja

 Il Museo Carcerario (The Prison Gate Museum) e la Galleria del Principe Willem V (Prince William V Gallery) hanno recentemente aperto le loro porte al pubblico dopo grandi ristrutturazioni.
Il nuovo complesso, nel centro di L’Aja offre ai visitatori l’opportunità di esplorare un edificio secolare che racconta la storia del potere legale e reale dei Paesi Bassi dal XIII al XIX secolo.

Il Museo Carcerario
Nello stesso edificio, il Museo Carcerario mostra come una volta i prigionieri venivano incarcerati, torturati, processati e puniti. La visita porta oltre alle celle, alla stanza dell’interrogatorio, alla stanza del giudizio e ad altri luoghi segreti. Il museo organizza ogni ora un tour.

Biagio Cepollaro, la materia delle parole: dal 20 gennaio al 5 febbraio a Milano

 Dal 20 gennaio al 5 febbraio 2011 la Galleria Ostrakon di Milano ospiterà una nuova imperdibile mostra di Biagio Cepollaro, intitolata “Biagio Cepollaro, la materia delle parole“: se la poesia è principalmente questione di ritmo, anche per lo sguardo, come tra i primi ha indicato Mallarmé, allora questa pittura di Cepollaro non è che la forma che la sua poesia ha assunto attualmente. Sulle superfici galleggiano isole di testo come fogli o timbri, mentre “viaggiano” parole ridotte a tracce di energia di un corpo che respira sente scrive; ma sono soprattutto le pause che ne scandiscono il senso come il montaggio in un film. La poesia, la scrittura e le parole, allontanatesi dal problema del significato, portano nel corpo di ciò che costituzionalmente sono (e che la semiotica ci ha insegnato a designare come significante) una meteorologia irta di aperture e collassi. I colori svolgono comunque una parte considerevole, sprigionando effetti stranianti: anche se vicini ai primari, sono colori “scomodi”, non pacificati, a volte perfino sulla soglia dello stridore.