Mongolia a cavallo sulle tracce di Gengis Khan

 La Mongolia è un antico impero di ghiaccio, di sabbia e di foreste, rimasto come sospeso nel tempo. L’asprezza del suo territorio ha in parte isolato il paese che è sopravvissuto allo scorrere dei secoli nella propria diversità nomade e selvaggia. Non è una destinazione “facile” per un viaggio, tra la rigidità degli inverni, la difficoltà dei trasporti, i deserti e le montagne, ma proprio per questo il Paese è rimasta escluso dal turismo di massa e consente a chi si inoltre nelle sue terre emozioni e avventure senza pari. Una chiave per entrare in contatto con l’antico impero di Gengis Khan (raccontato dal film Mongol di Sergei Bodrov) è proprio la cultura nomade. Questo aspetto è talmente forte nell’identità nazionale che persino la capitale del Paese, Ulaanbaatar, ha cambiato posizione 29 volte prima di assestarsi nella sua posizione attuale.

Italiani in Giappone: ancora in due mancano all’appello dell’ambasciata

 Sono scesi a due gli italiani residenti nelle aree del Giappone maggiormente colpite dal terremoto che ancora mancano all’appello. Durante la notte di domenica l’ambasciata italiana a Tokyo che continua 24 ore su 24 a monitorare la situazione dei nostri connazionali nel Paese in coordinamento con l’Unità di crisi della Farnesina è riuscita a stabilire un contatto con 27 italiani su un totale di 29 che risiedono nel nord-est, in particolare nelle prefetture di Miyagi e Iwate. Tutti – ha riferito l’ambasciata – sono in buone condizioni. Mentre permane l’avviso della Farnesina che “sconsiglia di intraprendere viaggi in Giappone per ragioni non strettamente necessarie ed urgenti”, prosegue a pieno ritmo il lavoro della cellula di pronta assistenza dell’ambasciata all’aeroporto Narita di Tokyo per facilitare le operazioni di imbarco sui voli Alitalia dei connazionali che intendono rientrare a casa.

Suzhou, la Venezia d’Oriente sulle orme di Marco Polo

 Arrivando a Suzhou, si capisce perché Marco Polo, che la visitò nel 1276, ne fosse rimasto così colpito. La città, sulle rive dello Yangtze, a 2500 anni dalla sua fondazione, si presenta ancora oggi in tutto il suo splendore e la sua grandezza, le stesse che la fecero diventare una delle città più importanti dell’antichità, sia dal punto di vista commerciale che artistico.
E sappiate che questa città à bene 6.000 ponti di pietre, che vi paserebbe sotto o una galea o due”, scriveva Marco Polo sulla città di Sugni, come conosceva Suzhou. Oggi la città non ha più 6000 ponti, ma solo 127; le galee non riuscirebbero a passare, dal momento che questi ponti sono talmente piccoli da permettere il passaggio solo di piccolissime imbarcazioni. Anche i canali, a cominciare da quello imperiale che collegava la città a Pechino (del quale rimane una parte visibile), sono stati sostituiti per la maggior parte da moderne arterie che attraversano quartieri con grattacieli e strutture all’avanguardia.

La primavera in Giappone tra gli alberi in fiore

 Passeggiare nel profumo dolciastro dei ciliegi in fiore e riempirsi lo sguardo di tutte le sfumature del rosa: la primavera regala al Giappone uno spettacolo della natura che giova soprattutto alla mente e val bene un viaggio così lontano all’insegna della meditazione. Un’occasione preziosa di raro raccoglimento interiore, da vivere soprattutto esplorando e osservando nel silenzio i giardini giapponesi, per lo più raccolti intorno ai templi: famosi e non a caso ricreati in tutto il mondo, sono il luogo perfetto per ritrovare un po’ di sana spiritualità con il loro accostamento studiato di piante, acqua, sabbia e rocce. Angoli più o meno grandi di verde e colori che rappresentano la simbiosi ideale fra culto della natura, pratiche zen e un’arte raffinata di antichissima tradizione.

Profumo d’oriente per l’hanami a Tokyo

 Cosa c’è di meglio che pensare ad un viaggio primaverile per lasciarsi alle spalle i rigori dell’inverno? Hotels.com, leader nella prenotazione di hotel online, consiglia a febbraio di pianificare un viaggio in Giappone per vivere in prima persona uno delle tradizioni più suggestive: l’Hanami.
L’Hanami (“ammirare i fiori”) è l’usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi da fiore giapponesi. Questa raffinata tradizione millenaria è ancora molto sentita, tanto da provocare vere e proprie migrazioni di milioni di giapponesi verso i luoghi in cui la fioritura raggiunge il massimo splendore, tra cui il parco di Ueno a Tokyo, dove si organizzano picnic a base di sushi e sakè all’ombra degli alberi fioriti. Lo splendido spettacolo dei ciliegi in fiore si può ammirare da inizio aprile (nel sud dell’isola di Honshu) fino a metà maggio (nella settentrionale Hokkaidō).

Viaggio nella Kyoto della tradizione in bicicletta

 Capitale storica del Giappone prima che lo diventasse Tokyo, Kyoto conserva atmosfere e temperamento di quello che fu per secoli un centro assoluto di potere. Ma non alla nostra maniera occidentale, dove spesso il potere è accompagnato da esibizioni di forza e ricchezza, piuttosto alla maniera giapponese, dove potere è grazia e armonia e dunque è associato alle arti e alla bellezza (nella cultura giapponese conoscere le arti dimostra superiorità). Sta di fatto che coi suoi 17 siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, 1600 templi buddisti e 400 scintoisti (che si possono ammirare facilmente in una giornata), questa città è tra le più ricche, culturalmente parlando, di tutto il mondo.

Sapporo snow festival: in Giappone una settimana all’insegna della neve

 Ha preso il via ieri, a Sapporo, la settimana del Festival della Neve, che ogni anno attrae milioni di visitatori, non solo dal Giappone. La citta’ giapponese nell’isola settentrionale di Hokkaido, conosciuta anche per essere stata sede delle Olimpiadi invernali del 1972, e’ stata visitata l’anno scorso da quasi due milioni e mezzo di persone, in occasione dell’edizione 2010 del Festival della Neve, e gli organizzatori contano di bissare il successo quest’anno.
Per sette giorni, fino a domenica 13 febbraio, a Sapporo saranno esposte circa 250 sculture di neve e ghiaccio, 140 delle quali nel Parco Odori. Le altre sono visibili nel Community Dome Tsudome, e lungo la via principale a Susukino. Quale migliore occasione per un viaggio o una vacanza in Giappone?

Birmania, meta possibile: offerte di viaggio nel Paese delle Mille Pagode

 Con Eden Made per conoscere un paese ancora da scoprire, la Birmania, oggi Myanmar, altrimenti conosciuta come il “Paese delle mille Pagode”, proprio perché è la terra che ospita più templi buddisti antichi e moderni. Con il tour di Eden Made, 13 giorni, si visiteranno importanti pagode, come la gigantesca pagoda di Shwendagon; ci si recherà a bordo di tipiche imbarcazioni locali nei villaggi di pescatori di diverse etnie birmane; si scopriranno i tipici e brulicanti mercati locali.
Ma soprattutto, con il tour storia e spiagge della Birmania, non mancherà il relax: sulla costa sud ovest della Birmania, a Ngapali beach, ci si potrà dedicare allo snorkeling o al mero ristoro da spiaggia.

Gli otto hotel più alla moda: la classifica del New York Times

 C’è anche un tocco di tricolore negli otto hotel più alla moda scovati in tutto il mondo dal New York Times e segnalati a chi nel nuovo anno vorrà concedersi soggiorni sfiziosi e decisamente indimenticabili: è il Missoni Hotel di prossima apertura a Kuwait City, con tanto di ristorante italiano. Frutto della partnership con il Rezidor Hotel Group, il brand Hotel Missoni inaugurerà la sua seconda struttura (dopo Edinburgo) in Kuwait il primo marzo. Scenario mozzafiato per le 169 stanze dell’hotel, ispirato alla linea della storica casa di moda milanese, con il caleidoscopio di forme e colori che la contraddistingue. L’hotel ospiterà anche un ristorante italiano e aprirà una Spa “Sei Sensi” in estate. Il prezzo di una camera doppia non è poi così da capogiro, si parte da 240 euro circa a notte e le prenotazioni sono già aperte online.

Tel Aviv, una città a misura di turista: cosa non perdere della capitale ebraica

 Tel Aviv è una meta assolutamente imperdibile per tutti coloro che si emozionano nelle città nuove. Il clima infatti ha un comun denominatore con Berlino, Cape Town, New York, ossia con quei luoghi che si sono dovuti o voluti reinventare da capo. Intendiamo, con questo, che qui si respira aria giovane, che il cibo a tavola è buono, vario e tanto, che le persone sono disponibili e gentili, e provengono da tutto il mondo. Il clima caldo tutto l’anno naturalmente aiuta e il lungomare sempre attrezzato è uno sfondo niente male per una città che non può vantare né monumenti antichi né capolavori di fama mondiale. Insomma, chi ama Tel Aviv lo fa in modo profondo e assoluto proprio perché non c’è niente di quell’estetica europea che fa impazzire tutto il mondo ma solo cemento mescolato all’irresistibile fretta di esistere. In questo senso anche la lingua, l’ebraico moderno, è un recentissimo vagito che in un batter d’occhio (circa un secolo) s’è trasformato in grammatica complessa (ma non temete, si parla anche inglese).