La galleria e x t r a s p a z i o inaugura oggi, lunedì 13 dicembre alle ore 19, la mostra collettiva
aggetti, progettazioni, proiezioni, prominenze, protuberanze, sporgenze. Allsopp & Weir (Londra, 1977|1973) dichiarano l’ambizione impegnativa di vedere collassare tutto Il Tempo nell’attimo presente e chiedono al collaboratore Michael Taylor di visualizzare questo intento con disegni rituali, sistematici e ossessivi di triangoli a vortice. Apparizioni grottesche affiancano queste specie di mandala nell’intento di distrarre i cattivi spiriti (o i non credenti?) dai loro riti. Quasi a voler parafrasare il titolo di un suo lavoro del 1979, Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994) “ammazza il tempo”, in un giorno all’inizio degli anni novanta, costruendo un aeroplanino di carta piegata colorato ad acquarello. Forme sinusoidali si alzano come fiamme dai disegni assonometrici di Carola Bonfili (Roma, 1981). Camini accesi o sacri cuori? I titoli tengono la passione sotto controllo: Ipocalorico; Ipocondriaco; Ipometrico.
Bonfili espone attualmente al MACRO di Roma l’installazione Kipplelake.
Gli artisti
Natasha Bowdoin (West Kennebunk, USA, 1981) è affascinata dalla figura del “trickster” che conosce attraverso le narrazioni dei nativi americani: un essere che ha l’abilità di trasformarsi assumendo diverse forme fisiche diventa la metafora della creatività artistica. Nel collage Flock, si presenta in forma di uno stormo di frammenti di carta.
La zampa che spunta da un sacchetto nello scatto da morgue di Joe Duggan (Limerick, Irlanda, 1973) è quella di un tacchino. Duggan propone di farne a meno per questo Natale in tempo di crisi e di accontentarci della sua fotografia.
Spazi vuoti come ombre, silhouette nella mente dell’artista sono le sculture di Masashi Echigo (Toyama, Giappone, 1982), ricavate da mobili per archivi dismessi, ridotti da lui a volumi di pura “immanenza” (così il titolo) per la sua recente installazione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.
La sagoma della nuvola al neon con la scritta “Projection” di Laurent Grasso (Mulhouse, Francia, 1972), richiama quella di un cervello mentre la scritta si riferisce al sistema di proiezione delle immagini mentali che costituiscono il fondamento dell’esperienza reale e della coscienza. Le possibili traduzioni del termine projection (aggetto, progettazione, proiezione, prominenza, protuberanza, sporgenza) ci portano al titolo della mostra. L’opera Projection è stata esposta nella mostra Notre Histoire al Palais de Tokyo, Parigi.
Il letto di cartone nella fotografia scattata da Pieter Hugo (Johannesburg, 1976) nel 2006 a Musina rispecchia la situazione di questa città settentrionale del Sudafrica al confine con lo Zimbabwe, come di ogni comunità che attraversa una drammatica fase di transizione, e diventa simbolo della sua capacità di progettare nel precario.
Le maschere da “understatement” usate da Mike Pratt (Sunderland, Gran Bretagna, 1987) sono invece le scritte che spesso appaiono nei suoi quadri di grande formato, come ad esempio
I’m With Stupid. Nei suoi studi su carta in mostra, Reclining Figure 1, 2 e 3, i personaggi, più che adagiati, sembrano inquieti meccanismi pronti a scattare come pop-up.
Informazioni
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via san francesco di sales 16 a
00165 roma
+39 06 68210655
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la galleria è aperta dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle ore 19.30 e su appuntamento.
In occasione della mostra sarà presentata Stories, la prima monografia dell’artista giapponese Masashi Echigo
(APE editions, Ghent)