E’ strano pensare che a pochi chilometri da Roma possa esistere una natura così selvaggia e indomita da ricordare territori molto più esotici e lontani da noi. Eppure è la verità: la Tuscia, situata a nord del Lazio al confine con Toscana e Umbria, ha preservato nei secoli un’integrità tale da costituire oggi uno dei luoghi più vergini d’Italia. La zona è ricca di colline verdeggianti e fertili, fiumi e corsi d’acqua limpidi, laghi incontaminati, acque termali, castelli medievali, resti archeologici etruschi e romani ed è per questo in grado di offrire emozioni importanti. Cuore del territorio è il Bolsena, un lago di origine vulcanica formatosi oltre 300 mila anni fa e che oggi appare ai nostri occhi non molto diverso da come poteva apparire nei secoli scorsi ai tanti Papi, conquistatori e pellegrini che hanno frequentato queste terre.
COSA VEDERE DELLA TUSCIA
* L’antica via Clodia. La camminata naturalistica si dipana tra tagliate etrusche, tratti dell’antica via Clodia, sentieri rocciosi, fiumi, boschi e ponti d’epoca. Attraverso un paesaggio dimenticato nel tempo si raggiunge la necropoli etrusca di Pian del Vescovo scavata nella roccia tufacea, un misterioso bosco ripariale e una splendida cava buia dove vive uno straordinario colombario intagliato in una parete di roccia a strapiombo su un corso d’acqua.
* La selva oscura di Dante. Camminando una giornata nella natura incontaminata, selvaggia e a tratti persino ostile della Selva del Lamone si rivivono molte esperienze del passato: il bosco infatti è stato frequentato fin dall’epoca etrusca e nelle sue oscurità si sono smarriti personaggi celebri tra i quali Annibal Caro (che lo definì l’orribil caos) e lo stesso Dante Alighieri. Tra le evidenze archeologiche, si osservano specificità geomorfologiche e vegetazionali come le murce, le pile e i lacioni (la stessa conformazione della selva è molto interessante, sviluppatasi su un plateau lavico di duemila ettari).
* I borghi medievali e la via Francigena. Acquapendente è uno dei tanti borghi della Tuscia che vanta uno straordinario impianto urbanistico medievale perfettamente conservato. Tra i suoi vicoli e i suoi orti urbani si possono ripercorrere i viaggi del pellegrino: cosa mangiava nei monasteri che lo ospitavano, quali erano le sue abitudini e quali i pericoli in cui poteva cadere. Consigliamo di accompagnare la visita con letture di versi e stralci dei loro brani (…vengo a dirvi la natura di ciascuno dei miei compagni, quale a me parve, e chi erano, e di che condizione, e anche in che foggia fossero vestiti. Comincerò dunque da un cavaliere…). Bellissima anche la visita alla Basilica del S. Sepolcro, con la sua misteriosa cripta ipogea.
IL PAESAGGIO PIU’ BELLO DEL MONDO
Tra imponenti massi di peperino e vecchi mulini si raggiunge uno scenario naturale dal fascino indescrivibile, quello delle acque del Fosso del Castello, tributario del Tevere (Pier Paolo Pasolini lo definì il “paesaggio più bello del mondo” e lo scelse per girare di uno dei suoi film più discussi, “Il Vangelo secondo Matteo” – vedi la mistica scena del battesimo di Giovanni). In effetti, nel territorio di Bomarzo e Soriano nel Cimino si dipana un percorso assai suggestivo: tra pareti rocciose a strapiombo, antiche “tagliate”, cimiteri paleocristiani nascosti da tappeti di foglie secche e tempi rupestri, fatevi portare alla piramide etrusca, molto simile alle inquietanti atmosfere azteche.