Dai tagli di vitello ai ceci di Nucetto, dalla frutta di Lagnasco al cioccolato, la bella stagione in provincia di Cuneo è soprattutto una primavera del gusto. Torna nella Granda la ”Primavera dei sapori”: una rassegna di sagre, fiere e mercati di prodotti tipici alla scoperta della cucina di resistenza della campagna cuneese.
Tra i 45 appuntamenti in cartellone ci sono molti classici. Come la sagra del fritto misto a Torre San Giorgio il 16 aprile, o la ceciata di Nucetto che chiude la rassegna a fine luglio, con le ”zingarelle” in costume che servono la tradizionale zuppa di ceci. Altre sagre di lunga tradizione sono quella della fragola, a Peveragno il 12 giugno, che quest’anno e’ alla 53esima edizione, la rassegna di frutti e floricultura ”Fruttinfiore” a Lagnasco dal 16 al 18 aprile, la sagra della pesca di Revello il 23 luglioO la fiera del manzo e della vacca grassa, il 25 marzo, a Carru’, nata come costola della piu’ celebre festa del bue grasso, che e’ l’occasione per premiare i migliori allevatori di bovini di razza piemontese.
ENOGASTRONOMIA A CUNEO
La carne bovina doc e’ protagonista in molte citta’: a Cuneo, dal 20 al 22 marzo c’è la sessantesima mostra zootecnica di Quaresima, dove insieme a manzi e vitelli da macello sono esposte anche pecore e capre. A Savigliano, il 19 marzo, la fiera della meccanizzazione agricola non e’ solo un’expo per gli agricoltori delle ultime novita’ in fatto di trattori e trebbie, ma anche un’occasione di degustare la ”Madama la Piemonteisa”, una spessa tagliata simile alla fiorentina ma rigorosamente di carne piemontese. Savigliano torna in cartellone poche settimane dopo, il 15 maggio, con ”Quintessenza”, la sagra delle spezie ed erbe aromatiche nel chiostro della trecentesca Abbazia di San Pietro.
SAPORI DI PRIMAVERA
E tra i ”Sapori di primavera” alcune feste sono pezzi di storia. Come quella degli acciugai a Dronero il weekend del 12 giugno. Per due giorni il centro nevralgico della Valle Maira rievoca una figura oggi scomparsa, ma viva e leggendaria fino a pochi decenni fa: quella degli anciue’, i venditori di acciughe, che per meta’ anno coltivavano la canapa e poi scendevano in Liguria a venderla ai pescatori, che non potendo pagare in denaro li ricambiavano con pesce sotto sale, facile da conservare. Cosi’ gli acciugai risalivano in valle, vendendo le alici sotto sale nelle citta’ che attraversavano. Non a caso molti piatti della cucina piemontese, prima fra tutti la bagna caoda, sono a base proprio di acciughe.