Mostra “Roma. La pittura di un impero” fino al 17 gennaio 2010 alle Scuderie del Quirinale, Roma

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Polignoto, Parrasio, Zeusi, Apelle. Nomi di grandi maestri greci di livello così alto da essere paragonati ai grandi geni del Rinascimento italiano come Raffaello o Giotto, ma dei quali, purtroppo, si è preservato pochissimo nel corso dei secoli. Ora, per la prima volta, una mostra tenta di riportare in luce i fasti della pittura dell’ antica Roma. Organizzata sotto l’ Alto Patronato del Presidente della Repubblica “Roma. La pittura di un impero”, alle Scuderie del Quirinale fino al 17 gennaio 2010, si propone di raccontare il ruolo centrale della pittura nella società civile romana, superiore anche a quello della scultura, sottolineandone l’ originalità nel tentativo di superare il concetto acquisito di una sua dipendenza passiva dall’ arte greca.

LE CENTO OPERE IN MOSTRA
Il senso di questa mostra – ha spiegato il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci – è far capire il perché i modelli di questa pittura, che riflettono una gloria per noi incognita, si sono tramandati in tutto l’ Impero. Nomi che forse superano quelli del grande Rinascimento italiano come Raffaello, Goya, Rembrandt e altri, e nonostante questo sono a noi sconosciuti”.
Cento opere che abbracciano un vasto periodo, dal 1° secolo a.c. al V° secolo d.c. tra cui grandi affreschi, ritratti su legno e su vetro, decorazioni e fregi provenienti dalle domus patrizie, dalle abitazioni e botteghe popolari dei più importanti siti archeologici e dai musei di tutto il mondo.Un mondo di inaspettata vivacità cromatica, dove prorompe il rosso pompeiano, il verde, l’ azzurro dei lapislazzuli, sfatando il luogo comune che identifica il ‘classico’ con la trasparenza dei marmi bianchi.

I COLORI DEL MONDO ANTICO
Il mondo antico, greco e romano, era un mondo colorato – dice il curatore della mostra Eugenio La Rocca – mentre noi siamo abituati a statue bianche. Colorati erano i templi, gli edifici pubblici e le case, sia all’ esterno che all’ interno”.
Nei decenni, l’immagine di Roma è stata veicolata soprattutto attraverso gli aspetti militareschi e caricaturali della filmografia – ha sottolineato l’ assessore capitolino alla cultura Umberto Croppi – meno attraverso quelli artistici. Questa mostra riempie un vuoto importante, e lo fa dando conto di un genere importantissimo come la pittura”.