Uomo, 43 anni, di cultura medio-alta, residente al Nord e non vaccinato. E’ questo il profilo tipo del viaggiatore intercontinentale italiano, che sceglie in prevalenza l’ Asia come meta e che, a dispetto della paura di questi tempi rispetto a nuove malattie che comapiono in varie parti del mondo e si diffondono con pericolosità, ritiene, spesso solo in base alle proprie convinzioni, che il Paese in cui si reca non sia a rischio, e di conseguenza non crede utile vaccinarsi. L’ identikit arriva da un’ indagine presentata a Budapest, in occasione del XI Congresso dell’ International Society of Travel Medicine.
VIAGGIATORI ITALIANI DISINFORMATI
La ricerca – condotta su un campione di circa mille persone (uomini e donne prevalentemente fra i 17 e i 55 anni), commissionata da Novartis Vaccines all’ istituto di ricerca Elma – fotografa comportamenti contraddittori e controcorrente dei viaggiatori italiani. Atteggiamenti che emergono soprattutto dall’ analisi della percezione del rischio e del grado di informazioni possedute. Ben l’ 80% di chi parte, infatti, ritiene di avere tutte le informazioni di cui necessita e la consapevolezza della validità della vaccinazione. Nonostante ciò, la decisione di vaccinarsi o meno rimane, nell’ 86% dei casi, un fatto personale, su cui sembrano non pesare i consigli di specialisti o enti ad hoc, come i centri di medicina dei viaggi, conosciuti soltanto da un intervistato su due.
I PIU’ ASINI AL NORD
Al Nord Italia spetta la maglia nera nella vaccinazione prima di un viaggio. Ben il 96% degli intervistati che abitano in queste regioni hanno dichiarato di non vaccinarsi e, pur essendosi informati sui possibili rischi, non ritengono necessaria la vaccinazione nell’ 87% dei casi. “Chi si informa, ma non si vaccina – sottolinea Walter Pasini, responsabile dell’ European Center for Travel Medicine and Global Health – in genere affida la sua scelta alle indicazioni delle agenzie di viaggio o ai consigli di amici e conoscenti. A informarsi e vaccinarsi sono soprattutto le persone che vanno nei centri di medicina di viaggi (64%) e dal medico di famiglia (43%). Da questi dati – evidenzia – emerge una priorità: portare il viaggiatore dal medico perché si informi correttamente su rischi e strumenti di prevenzione, quali le vaccinazioni. E’ importante individuare strumenti di comunicazione, soprattutto via web, che siano fonti autorevoli e accreditate di informazioni per i viaggiatori“.
UN NUOVO VACCINO CONTRO LA MENINGITE
Analizzando i dati sulla copertura vaccinale, si nota come gli italiani siano più attenti verso malattie note come epatite A o B, malaria o tifo, mentre tendano a sottostimare i pericoli derivanti da malattie quali la meningite meningococcica. Sul totale dei viaggiatori vaccinati intervistati, soltanto il 25% ha dichiarato di essersi vaccinato contro questa malattia. “La ragione di questo dato – commenta ancora Pasini – può risiedere nel fatto che il vaccino attualmente disponibile, costituito da quattro sierotipi di meningococco, non offre una protezione sufficientemente duratura. Ma – annuncia – presto sarà disponibile un nuovo vaccino coniugato“.
ASIA, LA META PIU’ PERICOLOSA
Quanto infine alle destinazioni percepite come più a rischio, nell’ 81% dei casi l’ Asia è considerata la meta più pericolosa. Tanto che, tra chi ritiene la vaccinazione una giusta precauzione, l’ 11% è composto da viaggiatori diretti verso l’ Oriente. Tra i rischi in queste zone, un capitolo a parte merita l’ encefalite giapponese, malattia poco conosciuta ma endemica nei Paesi del Sud Est Asiatico e per la quale solo l’1% degli intervistati ha dichiarato di avere fatto nei 10 anni precedenti questo vaccino. La ragione principale è legata alla difficile reperibilità, ad oggi, del vaccino. Ma anche in questo caso è già stato registrato in Europa un nuovo vaccino per questa malattia, che sarà disponibile entro l’ estate.