I fogli della Tauromachia, una delle serie di incisioni più belle che Goya abbia creato, eseguiti tra il 1814 e il 1816, tra drammatici chiaroscuri e sorprendenti invenzioni scenografiche esposti nella mostra “Francisco Goya. Tauromachie e altre battaglie” in programma da giugno al 26 luglio al Bocciodromo di Ponteranica in provincia di Bergamo.
Le incisioni raccontano l’ infinita lotta tra tori e toreri che, per l’ artista spagnolo, diventa una grande allegoria delle vicende umane. In questa serie Goya dimostra tutta la sua sensibilità e abilità tecnica, esplorando le infinite possibilità dell’ incisione. Insieme alle tauromachie, che costituiscono il nucleo principale dell’ esposizione, vengono presentate altre opere di Goya, tutte acqueforti originali, che ruotano attorno al tema della battaglia, intesa in senso sia metaforico che reale: meritano di essere ricordate le tragiche e sanguinarie composizioni dei “Disastri della guerra”, le grandi tavole dei “Proverbi” e la famosa serie dei “Capricci” fra cui spicca “Il sonno della ragione genera mostri”, una delle acqueforti più celebri dell’ artista.
I CAPRICCI DI GOYA
In mostra dunque un corpus grafico in cui si ammirano importanti opere dei Capricci, prima importante serie di incisioni di Goya, pubblicata per la prima volta nel 1799, che raffigura immagini visionarie, incubi e allucinazioni, metafore di un mondo marcio e perduto, in cui l’ abiezione umana sembra non avere limite.
Di grande pregio le opere appartenenti ai “Disastri della guerra”, forse il più sconvolgente tra i documenti artistici sulla ferocia dell’ uomo. Nella serie, pubblicata per la prima volta postuma nel 1863, Goya racconta quanto ha visto e vissuto durante l’ occupazione delle truppe napoleoniche in Spagna: esecuzioni sommarie, saccheggi, stupri e violenze di ogni tipo perpetrati da un esercito straniero contro la popolazione civile. Si tratta di una delle più dure e forti condanne alla guerra realizzate da un artista attraverso la sua opera.
I PROVERBI
Molto significativa in questo senso “Non si può sapere perché” visibile in mostra. Della serie dei Proverbi, composta da 22 incisioni rimaste incompiute alla morte dell’artista e stampate postume, spicca tra le altre “Pioggia di Tori”. In queste acqueforti la tecnica raffinatissima è paragonabile a quella della Tauromachia, mentre per quanto concerne i soggetti questi fogli costituiscono l’ideale prosecuzione dei Capricci.
I CORTOMETRAGGI
La mostra, promossa dal Comune di Ponteranica, è accompagnata dalla proiezione di due cortometraggi d’ arte sulle opere di Goya del noto regista, sceneggiatore e produttore Luciano Emmer (Milano 1918), con musiche eseguite da Andrés Segovia, dal titolo Goya. I disastri della guerra che narra il martirio del popolo spagnolo durante l’ invasione napoleonica e “La festa di Sant’ Isidoro” che rievoca il clima in Spagna nel XVIII secolo.