Si parla poco di Policoro, in Basilicata che, invece, ha davvero moltissimo da svelare. Si trova nell’arco ionico lucano su un territorio dove storia e paesaggio si fondono perfettamente. Non mancano da queste parti, infatti, le città greche di Siris ed Herakleia. Sono state fondate rispettivamente dai Colofoni nella seconda metà del VII secolo a.C e dai coloni greci di Taranto e di Turi nel 433 a.C. Da sempre è stata la città natale di menti straordinarie e talenti non indifferenti.
Di Policoro erano l’astronomo di scuola pitagorica Filolao, il pittore Zeusi e così via dicendo. Ricca di storia e teatro di aspre battaglie, per un certo periodo era letteralmente scomparsa e questo a causa delle invasioni barbariche e della presenza di paludi malariche. E’ rinata nel X secolo d.C come Policorium grazie all’intervento di monaci bizantini ed è diventata un vero baluardo contro i pericoli in mare. Questo grazie alla sua “torre”normanna. Nel 1959 era stato trasformato in un feudo di una serie di nobili, ma si è evoluto piano piano in un centro turistico ed economico della costa ionica.
Oggi per chi giunge da queste parti, si può vedere il parco archeologico della città greca di Herakleia e tracce della città greca di Siris. Tra il suo dedalo di strade e le abitazioni,, ci sono ancora i cortili centrali pavimentati. Non mancano i forni per la cottura del quartiere dei ceramisti e i tubi per il deflusso dell’acqua. verso l’esterno delle abitazioni. Da fotografare, ancora, le anfore interrate per conservare le derrate alimentari. L’area del Parco è attraversata dal torrente Varratizzo dove visitare il santuario di Demetra. Nel Museo Nazionale della Siritide, non mancano dei reperti organizzati cronologicamente che si riferiscono sia a coloro che sono vissuti in Basilicata meridionale nel Neolitico che a chi vi ha abitato poi nell’Età del Bronzo e nella prima Età del Ferro.
Photo Credit: Alessandro Antonelli su Wikimedia Commons