Conosco molto bene l’Isola di Pasqua, un viaggio che ho voluto fortemente e che non mi ha deluso, per cui mi piace sempre ricordare le emozioni e le suggestioni che ho sentito dentro di me al mio arrivo a Rapa Nui. Letteralmente quest’ultimo termine vuol dire, “ombelico del mondo” ed, in effetti, secondo alcune teorie proprio questo sarebbe il centro del nostro globo. Di sicuro è stata dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco e resta una delle principali mete turistiche del Cile, a tema green.
L’Isola di Pasqua risponde ad una serie di attributi legati alla gestione turistica locale e alle iniziative di sostenibilità come il riciclaggio dei prodotti utilizzati, la nascita continua di aree protette pubbliche e private, lo studio della capacità di accoglienza, iniziative per la conservazione della biodiversità e generazione di energie rinnovabili, la promozione della cultura e delle tradizioni locali. Sono molti i residence locali che cercano di mantenere più integro possibile un territorio già ampiamente provato in passato. A Rapa Nui, la vegetazione è relativamente poca e si dice che il disboscamento sia avvenuto in epoche passate proprio per trasportare le sue statue peculiari che sono i moai. Il Residence Taniera, ad esempio, applica diverse tecniche sostenibili che permettono di utilizzare al meglio le risorse naturali rinnovabili, riutilizzare e riciclare i residui con sistemi di compostaggio e lombricoltura.
Lo stesso, nell’Isola di Pasqua, si può dire per le Capanne Alloggio Uni che vantano un’architettura legata all’ambiente e tecnologie “amiche” dell’ambiente. E’ in progetto, infine, la nascita di una fattoria educativa situata nei pressi di Hanga Roa, dove studenti, bambini, anziani e turisti, conosceranno la cultura Rapa Nui. In più, si studiano le tecniche di lavorazione della terra di questo popolo e le tecniche di produzione degli alimenti e la promozione di altre pratiche sostenibili.