Entro mercoledì si saprà quale sarà il destino della compagnia aerea low cost Wind Jet: il suo presidente Nino Pulvirenti ha assicurato che in settimana verrà sciolto il nodo, volare oppure commissariamento della compagnia. L’attività potrebbe riprendere grazie alla fondazione di una nuova società, o all’ingresso in una già presente, oppure accettare la proposta del Governo, che è quella di ricorrere alla legge Prodi bis. L’Enac, preoccupara soprattutto per il destino dei lavoratori e dei consumatori, chiede sin da ora che siano onorati dalla compagnia gli impegni presi con i passeggeri che hanno acquistato un biglietto Windjet. In primis si chiede che i passeggeri rimasti a terra o con biglietto non utilizzabile, vengano correttamente indennizzati, anche tramite la restituzione del sovrapprezzo pagato per quel che riguarda coloro che hanno dovuto acquistare un biglietto di un’altra compagnia.
Ai passeggeri invece che hanno deciso di rinunciare al viaggio dovrà essere restituito il totale del biglietto pagato, comprensivo sia delle tasse che dei diritti. Nonostante non sia ancora ben chiaro cosa sia acaduto alla compagnia low cost, ingenti sono i numeri del fallimento: ad oggi la cmpagnia non ha più flotta aerea, licenza di volo sospesa, 504 dipendenti in cassa integrazione e un debito che si aggira intorno ai 150milioni di euro. L’instabilità finanziaria rende difficile qualsiasi manovra di ripresa: forse solo una partnership finanziaria con uno sponsor potrebbe portare ad una svolta e forse alla rinascita della compagnia siciliana. Pulvirenti commenta:
Quella della Windjet è una vicenda delicata e importantissima, ha delle precise responsabilità. Nel frattempo abbiamo l’obbligo di cercare di portare avanti un progetto. Ci siamo presi qualche giorno di tempo rispetto alla proposta del ministro di attingere alla Prodi bis, la legge che prevede il commissariamento dell’azienda perchè credo che abbiamo delle alternative però non abbiamo molto tempo a disposizione. La cosa piu’ importante in questo momento è salvaguardare, al di là delle responsabilità, che sono precise e notevoli, il più possibile i posti di lavoro e soprattutto creare meno disagi possibili ai passeggeri, che è la cosa più brutta di questa vicenda.
Fonte: AGI