Se parliamo d’Egitto ci riferiamo soprattutto alla sua storia. Del resto questo tratto di mondo racchiude alcuni tra i più grandi tesori presenti al mondo. Siamo stati da queste parti circa 3 anni fa e l’atmosfera che si respira è unica, davvero senza tempo. Ti sembra che passato, presente e futuro, in qualche modo, abbiamo un legame indissolubile e ci sono domande che ti poni che forse non troveranno mai risposta. Chi ha costruito tutto questo? Ci sono scoperte che ancora l’uomo deve fare in merito al passato locale e, soprattutto, è vera la maledizione di Tutankhamon?. Noi abbiamo trovato la sua leggenda e vogliamo riportavela.
La maledizione di Tutankhamon
Famosa quasi quanto la scoperta della tomba di Tutankhamon è la credenza che essa fosse protetta da una potentissima maledizione. Tutankhamon era un giovane faraone morto nel 1320 a.c. a soli 18 anni, a quanto si dice assassinato con un complotto tesogli alle spalle dai suoi consiglieri di fiducia. La sua tomba è stata tra le scoperte più importanti d’Egitto, anche perché tutto fu trovato intatto al contrario di altre tombe di faraoni scoperte che avevano subito vari saccheggi ad opera di predoni nel corso dei secoli. Il sepolcro del giovane faraone Tutankhamon, fu violato la prima volta il 26 Novembre 1922, da Howard Carter e Lord Carnarvon, entrambi però non diedero peso alla scritta posta ell’entrata della tomba che diceva: “La morte coglierà con ali leggere chiunque tocchi la tomba del Faraone” ,anzi Lord Carnarvon decise che tale scritta potesse intimorire gli operai al lavoro e la fece coprire con una targa recante il suo stemma.I lavori andarono avanti tranquillamente e i tesori del faraone furono tirati fuori dalla tomba, la bara del faraone fu aperta, all’ interno vi era un’ ulteriore sarcofago d’oro massiccio lunga un metro e ottanta, servirono ben otto uomini per aprirla. Ma il 6 Marzo Lord Carnarvon mentre si trovava nella tomba del faraone, venne punto da una zanzara su una guancia e dopo una settimana fu colpito da una forte febbre che si trasformò in polmonite.Subito tra la gente si ipotizzò che la tomba del faraone potesse essere protetta da forze ignote. Tali timori raggiunsero l’ apice quando il Conte spirò nel Cairo la notte del 5 Aprile, quella stessa notte, Susie, l’ amatissimo cagnolino di Carnarvon si accasciò a terra inspiegabilmente, senza vita. Dapprima si ignorò quasi completamente le spiegazioni occulte, si pensò più a veleni che forse erano vicino alla mummia di Tutankhamon e il Lord si era infettato.
Ma vennero alla luce ulteriori particolari che conferirono alla morte del Conte un’ aura ancora più misteriosa; si seppe che la notte della sua morte improvvisamente tutte le luci elettriche dell’ospedale del Cairo si spensero, lasciando tutti nella più totale oscurità, per poi riaccendersi pochi minuti dopo, quando Lord Carnarvon era già morto. Infatti si seppe che l’ intera rete elettrica del Cairo era andata in corto per 5 minuti senza nessuna spiegazione tecnica. Inoltre vi fu la strana testimonianza della figlia di Lord Carnarvon: Evelyn Herbert disse che il giorno del loro arrivo in Egitto il 23 Novembre, una zingara indovina fece una strana premonizione al padre dicendogli senza che questi la conoscesse, che non doveva permettere che le reliquie trovate all’interno della tomba del faraone, venissero spostate o portate via, se avesse disobbedito avrebbe avuto un incidente nella tomba e che la morte lo avrebbe colto in Egitto. Ma anche dietro tutti questi avvenimenti Carter e la sua squadra continuarono i loro scavi, ignorando eventuali maledizioni, e ritenendo che la tragica morte del Conte era stata solo una fatalità.
Ma la morte del Conte Carnarvon fu solo l’ inizio di una catena incredibili di morti. Lo seguirono due mesi dopo il fratello del Conte, il Colonnello Aubrey Herbert morì di setticemia, poi tocco al milionario americano Gorge Jay Gould interessato all’ acquisto di oggetti faraonici e amico di Carnarvon, morì di una febbre improvvisa 24 ore dopo che Carter gli aveva mostrato la tomba e i tesori di Tutankhamon. Poi morì l’assistente di Carter, Arthur Mace anche questi inspiegabilmente, Richard Bethell segretario di Carnarvon colpito da infarto, il principe Ali Kamal Fahmy anch’egli entrato nella tomba, un custode del museo morto mentre etichettava alcuni reperti della tomba, il canarino giallo a cui era molto legato Carter, venne mangiato da un grosso Cobra che tentò anche di mordere l’egittologo. Persino dopo che i profanatori della tomba di Tutankhamon erano morti e sepolti, la maledizione continuò ad imperversare. Nel 1972 il direttore della sezione antichità egizie, il Dottor Gamal Mokhtar, morì il giorno che fece trasferire i tesori del faraone in Inghilterra per una mostra. E i membi dell’ equipaggio che effettuarono il trasporto oltremanica, morirono tutti per attacchi di cuore e incidenti vari. Nel 1992 lo storico Christopher Frayling ideò e presento una serie per la BBC sul faraone e la sua maledizione, ma quando si recò sul sarcofago del faraone ricoperto dal vetro, le luci si spensero improvvisamente, poi l’ audio si isolò, il regista che effettuava le riprese venne colto da improvvise coliche biliari (lo stesso successe anche ad Howard Carter nel 1922), uno dei cavi principali dell’ ascensore dell’hotel del Cairo dove alloggiavano si ruppe, e la cabina con all’ interno il regista e Frayling precipitarono per fortuna si innesco l’autoblocco che li fermò dopo essere precipitati per 9 piani, l’ intera troupe televisiva venne colpita da congiuntivite dopo aver filmato una sequenza notturna nella Valle delle Regine.
Fryling comunque ultimò il suo programma. Fin dal tempo in cui le storie sulla maledizione iniziarono ad apparire sui giornali, sono stai fatti vari tentativi di trovare spiegazioni alternative alla serie di fatalità associate a Tutankhamon, purtroppo oltre a quella di grandi coincidenze non vi è altra spiegazione plausibile. Anche se stranamente il bersaglio principale che aveva violato la tomba di Tutankhamon, Howard Carter non fu colpito da morte prematura anzi morì all’ età di 66 anni il 1939, anche se c’è da dire che dopo la morte di tanti suoi compagni Carter si ritirò e non volle mai più visitare il museo dove era conservata la sua più grande scoperta.