Un giorno come tutti gli altri: qualcuno pranza, altri riposano, altri ancora sono al lavoro e qualcuno invece si rilassa durante il suo giorno libero. Improvvisamente la tragedia. La terra comincia a tremare come mai prima e per due lunghi minuti raggiunge magnitudo nove. In Giappone si registra l’evento più violento della sua storia e in pochi secondi, così come nei giorni successivi si contano 19.128 tra vittime e dispersi. Oggi è il primo anniversario da quel terribile evento e, nonostante già nei giorni scorsi siano iniziate le funzioni religiose, oggi pomeriggio al Teatro Nazionale di Tokyo il popolo si fermerà davvero per ricordare e pregare.
Difficile da immaginare la desolazione, il dolore e la sofferenze e insieme la determinazione, la forza e la capacità di ricostruire da buona parte delle macerie in soli 12 mesi. I giapponesi però sono riusciti comunque ad andare avanti, anche se l’emergenza non finisce perché lo tsunami con onde multiple che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, ha creato danni estremamente seri. Bisogna tenere sotto controllo l’area, la zona circostante è stata evacuata per 20 chilometri e la contaminazione radioattiva è un pericolo tutt’altro che superato.
Del resto si è trattato della peggiore emergenza dopo Chernobyl e a breve distanza dal luogo dove sorgevano anche moltissime importanti fabbriche le unità sono scese a 43mila. Al momento si sta cercando di evitare il bando dei prodotti agricoli, mentre ancora molto c’è da fare per ricostruire il Paese. L’impianto richiede un controllo continuo, nonostante la dichiarazione di arresto a freddo decisa a dicembre e almeno 20 milioni di tonnellate di macerie stoccate e da smaltire. Il tutto con il terrore che il terremoto possa presentarsi ancora come confermano gli esperti e vivere in Giappone è una continua sfida, ora più che mai. Gli abitanti non si arrendono però, adesso la primavera porterà ancora i fantastici ciliegi in fiore e, nonostante tutto, il loro cuore si riempirà di gioia nell’osservarli.