Nuovo allarme giunge dall’Isola del Giglio: pare che la nave Costa Concordia si stia muovendo, spinta dalla mareggiata, e si teme fortemente che questo movimento la porti ad avvicinarsi allo scalino, che la farebbe di fatto inabissare verso fondali di circa 70 metri. Ciò provocherebbe sia una difficoltà tangibile nelle operazioni di rimozione del relitto, sia renderebbe ancora più concreto il rischio del disastro ambientale.
Insomma allarme mare grosso al Giglio: ieri sera è stata registrata sulla Concordia un’oscillazione di un metro e mezzo. Sia i soccorsi che la ricerca dei dispersi sono stati bloccati: le unità di soccorso intervenute valuteranno nelle prossime ore, a seconda dell’andamento meteo, se e quando i sommozzatori potranno riprendere le operazioni. Ricordiamo che il numero dei morti accertati ad oggi nel naufragio è di undici persone, mentre i dispersi sono ventuno.
Tra le ipotesi per il recupero della nave pare sia stata anche ipotizzata una modalità di imbracatura del relitto, da effettuarsi entro il fine settimana per evitare il mal tempo e dunque comnplicazioni. Intanto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha annunciato di aver predisposto, in accordo con la Protezione civile, il decreto di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi, che verrà approvato venerdì durante il Consiglio dei ministri, relativo alla navigazione in zone ambientalmente sensibili.
Ecco di seguito i nomi degli otto morti fino ad ora identificati: si tratta di Francis Servel, passeggero (Francia) – Jean-Pierre Micheaud, passeggero (Francia) – Thomas Alberto Costilla Mendoza, membro equipaggio (Perù) – Giovanni Masia, 85 anni, passeggero (Italia) – Gual Guillermo, 69 anni, passeggero (Spagna) – Sandor Feher, 42 anni, membro equipaggio (Ungheria) – Jeanne Gannard, 70 anni, passeggera (Francia) – Pierre Gregoire, 69 anni, passeggero (Francia). Tre cadaveri ritrovati non sono stati ancora identificati, per gli altri dispersi calano drasticamente le possibilità di ritrovamento, con il trascorrere dei giorni.