Viaggiare per conoscere, scoprire e imparare e non solo per rilassarsi e staccare la spina. In questo senso, documentarsi e anticipare le notizie che poi si andranno ad apprendere in loco, può essere interessante e può aiutare a non perdersi proprio nulla di ciò che si va a vedere. Per esempio: conoscete il Kashmir e la sua varietà etnica? Quali tribù ci si deve aspettare di trovare da queste parti? Andiamo a vederlo insieme:
In India si trovano popolazioni nomadi e semi nomadi alcune di origine molto antica e sempre molto legate alle loro tradizioni. Tuttavia sono molto aperte alle abitudini occidentali e amano conoscerle, tanto da accogliere con particolare interesse i turisti stranieri, soprattutto quelli che mostrano rispetto per le loro radici. Ci sono a tal proposito i Gujar legati probabilmente agli Unni e quasi totalmente di religione musulmana con minoranze indù. Si parla il Guari e vivono nelle basse montagne di Siwaliks, a nord di Jammu. Allevano bovini e ovini e coltivano granoturco. La società è divisa in centinaia di clan, in famiglie patriarcali e l’eredità si tramanda di padre in figlio. I matrimoni vengono combinati e la dote delle spose si paga in denaro e bufali.
I Changpa, invece, sono pastori semi nomadi di ceppo mongolo tibetano che vivono di pastorizia in tende rebò fatte con pelo di yak e di capra. I Balti sono di religione musulmana e sarebbero discendenti addirittura dei celti. Allevano pecore e capre e ne ricavano latte, lana e carne. Molti membri della tribù producono e vendono prodotti dell’artigianato. I Brokpa hanno carnagione e occhi chiari e si pensa si siano formati dopo l’invasione di Alessandro Magno. I Bakarval, infine, sono i pastori nomadi per eccellenza e il loro nome in sanscrito significa “coloro che si prendono cura delle capre”. Si spostano per i pascoli con tutta la famiglia e gli uomini si distinguono perché indossano un lungo camicione di lana sormontato da un mantello.