Per arrivare nella città di Maratea, in Basilicata, fino agli anni venti bisognava percorrere strade non asfaltate, a strapiombo sul mare: strade così strette, percorse da mulattiere stanche e ondeggianti che quando si incontravano non riuscivano a passare e si doveva procedere con la scelta del mulo da sacrificare, gettandolo in mare.
Maratea oggi è un gioiello di architettura greca e romana, affacciata sul Golfo di Poliscatro e protetta da Monte San Biagio, sul quale svetta la statua del Redentore, seconda solo a quella di Rio de Janeiro. La città conserva al suo interno ben 44 chiese, la maggior parte delle quali risalenti all’ottavo secolo: la più importante è senza dubbio la Basilica di San Biagio, dal nome del santo protettore della città.
Passeggiando per le stradine del centro storico alzate gli occhi al cielo: potrete ammirare la Colonna di San Biagio e l’Obelisco dell’Addolorata. Poi abbassateli ed ammirate la pavimentazione, in bassolato, che ha da tempo sostituito i ciottoli san pietrini. In cima al monte di San Biagio vi sono fortificazioni militari, mura e torri che proteggevano un tempo la città, oggi solo le torri sono ben conservate.
I numerosi siti archeologici, che costellano la città, si concentrano soprattutto sull’isola di Santo Janni, ricca di ritrovamenti romani, tanto da essere stata definita il più grande giacimento del Mediterraneo di ancore e anfore. Soprannominata la Perla del Tirreno, Maratea è ricca di vegetazione, i cui colori si mescolano a quelli delle querce e dei castagni.
Nelle zone limitrofe si segnalano la Grotta della Scala, la Cala di Porticello nella frazione di Acquafredda, Mare Morto e la frazione di Calavecchia. Il porto, situato nella frazione omonima, è un borgo di pescatori risalente alla fine del 1600, colorato e festoso: è qui che si concentrano gli avvenimenti estivi più importanti ed i ristoranti più rinomati.