Chi ha sempre sognato di vedere Catania ma lo ha anche sempre rimandato, può trovare adesso lo stimolo per farlo, visto che, per la Notte dei Musei, si spalancano le porte di molte meraviglie che qui risiedono. Solo per riportare alla memoria alcuni scorci che la Storia ha lasciato in eredità, ricordiamo la mistura di stili che caratterizzano questa città meravigliosa e la loro capacità di suscitare empatia ed emozione.
Sulle tracce di greci e romani
Del periodo greco restano poche tracce (terremoti, colate laviche, i pochi scavi archeologici hanno decisamente remato contro) ma molto suggestive (soprattutto i mosaici, oltre alla bellissima colonna istoriata, sono esposti al Museo civico). Meglio è andata per i resti romani, tra il Teatro Romano (del II secolo), l’Odeon (III secolo), l’Anfiteatro (II secolo), le Terme dell’Indirizzo, le Terme della Rotonda, le Terme Achilliane, etc. Interessanti anche i resti dell’acquedotto a via Grassi e ‘u Liotru, il simbolo della città (un elefante in pietra lavica porosa sormontato da un obelisco egittizzante). Le necropoli, del periodo Tardo Antico, si trovano invece a nord e ad est di Catania (puntate ai mausolei di Viale Regina Margherita e Vico Ipogeo), mentre le paleocristiane cripte di Sant’Euplio, di Santa Maria La Grotta, della cappella nell’Ospedale Garibaldi e gli ambienti del cosiddetto Sacro Carcere vanno cercate un po’ ovunque per tutto il territorio urbano.
Il periodo normanno e bizantino
Un monumento di età bizantina da non perdere è la Cappella Bonajuto, mentre il castello di Aci Castello e le absidi della Cattedrale di Sant’Agata (il Duomo) sono tappa obbligata per chi ricerca il periodo normanno. Del periodo svevo consigliamo il portale della chiesa di Sant’Agata al Carcere e il famoso Castello Ursino (sede del Museo civico), contemporaneo del Castel del Monte ad Andria e del siracusano Castel Maniace (il portale della scomparsa San Giovanni e il balcone di palazzo Platamone sono però aragonesi).
Il barocco
Andate a vedere anche la chiesa di Santa Maria di Gesù e il Monastero dei Benedettini, con le antiche cucine, oltre a fare un giro per quel che resta delle Mura di Carlo V, che racchiudevano il centro storico (Porta del Fortino vecchio in via Sacchero è molto bella come anche la Porta Ferdinandea, ‘u furtinu). Si dice, tra mito e storiografia, che Catania sia stata distrutta sette volte dalle colate laviche e sempre ricostruita. Sta di fatto che i monumenti antichi sono stati inseriti nel tessuto urbano della città ricostruita. E questo, grazie ai tanti artisti barocchi (per esempio dall’architetto Giovan Battista Vaccarini).
Quando visitare Catania
Se arriverete in città intorno a metà maggio, troverete una caterva di cose da fare (vedi articoli a fianco), oltre, il 14 maggio, alla Notte dei Musei (www.lanottedeimusei.it/tag/catania), che vi aprirà alle meraviglie della Città. Potrete infatti entrare gratuitamente al Museo Civico ospitato all’interno del Castello Ursino (attualmente sono visitabili la corte e i primi due livelli del Castello, nelle cui sale sono esposti i reperti archeologici provenienti dal teatro antico, mentre nella Sala del Parlamento si possono ammirare alcuni dipinti tra cui la Madonna in trono con Bambino di Antonello de Saliba), nell’Archivio Storico del Comune, nel Convento San Placido, nel Palazzo della Cultura per vedere la sua mostra permanente di sculture “Il martirio di Agata”, del maestro Dino Cunsolo (e fino al 25 maggio anche quella del maestro Sergio Pausing “Descubrir scoprire o riscoprirsi”, curata da Francesco Gallo in collaborazione con la Tolouian Art Gallery di Palermo), nel Museo Civico Belliniano (casa natale di Vincenzo Bellini), nel Museo del Mare (l’idea è nata dai pescatori del borgo: collocato in un magazzino del grano nel Settecento, fu la prima fabbrica delle acciughe salate nell’Ottocento e residenza privata nel Novecento). Ma anche nell’Orto Botanico, che attualmente ha una mostra interattiva, «Giocattoli e scienza», che resterà aperta fino al 14 maggio.