Cimitero delle Fontanelle a Napoli tra aneddoti e leggende

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Il Cimitero delle Fontanelle  a Napoli è un luogo ricco di storia e leggende. Il fascino di questo “ossario” è legato non solo alla sua formazione e creazione nei secoli, ma anche al modo in cui tutti i resti sono stati sistemati (nel tardo 800) e al culto -tra il sacro ed il profano- che ne è nato intorno nel tempo. Un luogo tutto da scoprire con una gita a Napoli! Ecco qualche curiosità.

Il Cimitero delle Fontanelle e le “anime pezzentelle”
Verso la metà del 1800, un gruppo di popolane, guidate da Don Gaetano Barbati, fondatore di un’Opera pia per il suffragio delle “anime in pena” cominciarono a sistemare l’antico ossario delle Fontanelle, una cava nel cuore di Napoli dove nei secoli precedenti erano stati accumulati i resti di tantissimi napoletani in seguito a carestie e pestilenze. Tutte le ossa, ammassate in modo disordinato, furono così disposte in una sorta di “pietas” a ridosso delle pareti, secondo un ordine ben preciso, benché si trattasse di resti anonimi. Ciò ha reso questo antico ossario un luogo unico. Alla fine del 1800 fu istituita anche una chiesa all’interno della cava,proprio in suffagio delle anime dei defunti. Ben presto, una volta terminata l’opera di sistemazione, le ossa ed i crani (capozzelle) anonimi divennero oggetto di devozione religiosa, un culto per le anime del purgatorio, ma con spunti profondamente pagani. Alcuni cittadini “adottarono” le anime pezzentelle, considerate in pena, garantendo cure ai teschi e alle ossa, in cambio di protezione e grazie. Vicino ai resti adottati furono poste immagini votive e messaggi, che raccontano vita e storia popolari, nonché tanti ringraziamenti per le grazie chieste e ricevute. All’interno del Cimitero delle Fontanelle iniziarono a svolgersi anche processioni religiose e preghiere.

Le anime pezzentelle ben presto furono “personificate” nella cultura partenopea e nacquero incredibili leggende. Tra queste, quella della giovane Lucia, morta prima del matrimonio, ma anche storie di cavalieri, nobili donne e uomini uccisi in guerra. Curiosa la leggenda del ” O cape e Pascale”, un teschio attribuito ad un monaco che secondo la tradizione popolare è in grado di suggerire i numeri vincenti al lotto.

Il teschio del Capitano dall’occhio nero è diventato un emblema del Cimitero delle Fontanelle. Questo fu adottato da una giovane donna: in cambio di cure e preghiere chiedeva la grazia di trovare marito; la leggenda racconta che il giorno delle nozze comparve in chiesa un uomo vestito da soldato spagnolo che sorrise e fece l’occhiolino alla ragazza. Il marito geloso lo colpì con un pugno in un occhio. Tornata dal viaggio di nozze, la fanciulla  andò a ringraziare il suo teschio e lo trovò con un occhio nero! Si gridò “al miracolo” e quello fu nominato il “teschio del capitano con l’occhio nero”: numerose furono le richieste di grazia a questa anima pezzentella e pare che molte (sempre secondo la leggenda) siano state accolte.

 

Tante e ancora tante le storie che si possono scoprire in un luogo come il Cimitero delle Fontanelle, che assolutamente merita una visita.

Cimitero delle Fontanelle a Napoli, tutte le info per visitarlo

 

Fonte e Foto: Comune di Napoli