La Lituania, che incanta il visitatore sin da subito con la bellezza decisa di Vilnius, comprende anche aree meno note ma in grado di lasciare letteralmente senza fiato. Durante un tour, da queste parti, chi vuole vivere una esperienza non convenzionale, può scegliere di trascorrere una notte o semplicemente qualche ora per una cena tipica al Pas Tevukus, letteralmente “A casa dei genitori“, una struttura con abitazioni tipiche e la simpatia contagiosa delle proprietarie, rispettivamente mamma e figlia, Marija e Jurgita. Il nome del luogo è legato ad una frase che diceva sempre il figlio quando si recava in questi luoghi a trovare i genitori e arrivare nel pomeriggio, regala suggestioni violente. Il tramonto si colora di rosa sul circostante lago, teatro di leggende e misteri.
Si trova nel nord ovest della Lituania, nell’area chiamata Samogitia o Žemaitija e all’interno di questa struttura, perfettamente incastonata nel contesto naturalistico, dove internet prende pochissimo e dove il silenzio regna sovrano, si può optare per una delle casette in grado di ospitare anche i componenti di una intera famiglia. La più grande era la mia con all’interno, al piano terra, anche la sauna tipica, che raggiunge livelli superiori agli 80 gradi centigradi. Per rinfrescarsi, oltre alla doccia, lo specchio d’acqua esterno, ma le temperature non troppo miti al calar della sera, mi hanno fatto desistere dal tentare.
La sera, poi, l’esperienza è stata unica, perché il pasto qui è una cosa seria. Preparato con prodotti locali e genuini prevede una serie di riti e tra un assaggino e l’altro, anche uno speciale liquore che “rilassa lo spirito e rinvigorisce”. Abbiamo iniziato aprendo un sacco che conteneva patate caldissime e bollite, ne abbiamo sbucciato solo metà parte e siamo stati invitati a gustarne una accompagnata da semi di canapa e panna acida. Una squisitezza. Nessuna posata particolare, anzi solo una ma speciale. Un cucchiaio di legno che da un lato fungeva anche da coltello, frutto del sapiente lavoro del capofamiglia, pronto negli anni a realizzarne di nuove quando queste specifiche stoviglie sembrano invecchiare.
Abbiamo continuato con una zuppa di aringhe e cipolle e poi con una aringa marinata e costine con crauti. Dopo la carne affumicata, ottimo il formaggio con il miele, ma prima abbiamo potuto provare il caffè di ghiande e la khvas, la birra fermentata tipica del posto. A chiudere una torta di mele e cannella, sempre annaffiata dal liquore che ci è stato servito per tutto il pasto e che stranamente non ci ha dato alla testa. Ogni volta che uno dei bicchierini andava svuotato ripetevamo in lingua locale il nostro “uno, due e tre”. Divertimento e sorrisi assicurati, per un posto dove arriva il turista che si dedica al viaggio lento, disposto a restare almeno una notte e a visitare magari il vicino Museo della Guerra Fredda. I locali, invece, passano soprattutto per questa speciale cena, che ti lascia dentro una sensazione di serenità e ti regala un sonno davvero ristoratore, oltre a riempirti la pancia di delizie tradizionali.
Photo Credit: Francesca Spanò