Voli e aerei: se il pilota si addormenta

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Sono una viaggiatrice, zaino in spalla valigia al seguito e continue partenza. L’aereo però non mi ha mai fatto stare tranquilla del tutto e accetto il “compromesso”, solo perché è l’unico modo per spostarsi velocemente. Ora sarò ancora più pensierosa a bordo, dopo aver scoperto la nuova rivelazione del domenicale Bild am Sonntag (BamS). Quest’ultimo ha confermato, gettando sconcerto nella rete, che sui cieli europei ad un pilota su tre è capitato di addormentarsi ai comandi. Per carità, oggi la tecnologia permette ad un aereo di spostarsi in “autonomia” per gran parte della tratta, ma ci sono abitudini pericolose che proprio non vanno prese. Addirittura quattro capitani tedeschi su cinque hanno parlato di piccoli errori causati dalla stanchezza.

Lo studio, dettagliato, è stato portato avanti dalla «European Cockpit Association» (Eca), l’associazione europea dei piloti, che ha interrogato 6mila comandanti d’aereo del Vecchio Continente. Quello che è venuto fuori non lascia affatto tranquilli. Il 92 per cento dei piloti non è stato attento in ogni minuto del volo e i rischi sappiamo che sono sempre molto alti.

La ricerca è partita dopo che a maggio scorso un velivolo ha avuto un atterraggio di emergenza. Si è scoperto dopo che i due piloti non ce la facevano più per via degli orari stressanti e della troppa fatica. Da quel momento si è compreso che bisogna intervenire. Questo non deve generare inutili allarmismi: viaggiare in aereo è piuttosto sicuro, ma certo si deve fare in modo di mettere in condizioni chi è ai comandi di stare bene. Un uomo non sarà mai una macchina: ha bisogno di riposo e di relax e di orari di lavoro non troppo esagerati, ancora di più quando svolge un compito così importante e carico di responsabilità. La vita di tante persone è in mano ai piloti e forse prevedere degli orari più flessibili potrebbe rappresentare una valida soluzione, intanto lo studio ha lanciato un nuovo caso su cui intervenire.