Una realtà che pochi notano e che fa lievitare il costo del biglietto aereo anche in modo significativo. Siete sicuri di conoscere alla perfezione le voci di spesa inserite nel vostro ticket prima di salire a bordo? Se ricordate bene, una volta si sceglieva una tratta e si comprava il passaggio in poltrona. Il prezzo era definitivo e non c’erano sorprese. Adesso, dopo aver notato una offerta vantaggiosa, si scopre che non sono comprese le tasse. Aggiungendole, ecco che bisogna sborsare fin troppo denaro. Lo stesso che in tempi di crisi non basta mai e costringe i vacanzieri a limitare le partenze.
Se il costo del biglietto diventa sempre più alto, a questo si aggiungono le spese accessorie, come l’imbarco del bagaglio o la scelta del posto, soprattutto se parliamo di low cost. Se la maggior parte dei gruppi dei cieli, divide le voci di spesa in modo piuttosto trasparente, c’è anche chi agisce in maniera poco onesta, a tutto danno di chi ha necessità di partire immediatamente. Tra le voci accessorie che non sono rivelate, ad esempio, può esserci proprio il bagaglio. Noi crediamo che magari sia compreso nel costo totale, ma fa lievitare la somma totale di una spesa che varia da 15 a 130 euro per la prima valigia.
Chi si siede accanto al finestrino, rischia di dover aggiungere altri dieci euro e se si dimentica di stampare la carta di imbarco, riemetterla potrà non essere gratis. Una serie di extra che hanno dato vita ad un mercato separato, non sempre conosciuto che, solo nel 2011, ha fruttato ben 18 miliardi di euro. Parliamo del 66 per cento in più, rispetto agli anni precedenti. L’indagine è stata portata avanti su 108 compagnie da IdeaWorks e Amadeus. La prima è una società di consulenza per l’analisi di questo tipo di ricavi, la seconda leader nella distribuzione di tecnologie avanzate per il settore dei viaggi. Quali sono le compagnie regine di questi ricavi maggiorati? Al primo posto a maggiorare il costo del biglietto c’è la United Continental con 4 miliardi e 162 milioni. Le low cost EasyJet e Ryanair sono al sesto e settimo posto, con ricavi di 890 e 886 milioni. Alitalia, invece, lo scorso anni ha riempito le proprie casse con 150 milioni di euro per i servizi accessori.
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