La Farnesina conferma che non ci sarebbero italiani a bordo dell’aereo russo in volo dimostrativo che ieri, improvvisamente, è scomparso dai radar. Due donne, però, presentano dei cognomi che sembrano familiari, anche se potrebbero essere spagnole. Il relitto del Sukhoi, sparito a sud di Giacarta, in Indonesia, è stato individuato, ma si trova in una zona particolarmente impervia che si può raggiungere a piedi solo dopo molte ore di cammino. In realtà, al momento, almeno 1.000 militari sono al lavoro per raggiungere l’area, ma è difficile che possano esserci superstiti, sia per le condizioni del velivolo che per la zona in cui si è schiantato. Sembra sia andato a sbattere sulla parete verticale di una roccia vulcanica.
A bordo dell’aereo si trovavano una cinquantina di persone tra cui otto russi, un francese, un americano e 37 indonesiani, come ha fatto sapere anche il responsabile della Sukhoi per l’Indonesia Trimarga Rekatama. Se in un primo momento era quasi certa della presenza di due italiani, ora la Farnesina ha smentito, ma se da un lato tiriamo un sospiro di sollievo, dall’altro è chiaro che è una tragedia che ci sconvolge nel profondo e attendiamo, come tutti, di saperne un pò di più.
I soccorritori hanno visto dei resti riconducibili all’aereo direttamente dall’alto su di un elicottero e hanno detto che i rottami sono proprio quelli che stavano cercando, senza alcun dubbio. Secondo un portavoce dell’agenzia indonesiana per le ricerche, Gagah Prakoso, al più presto, la prima squadra dovrebbe raggiungere il punto dell’impatto, sulle pendici del vulcano Salak, nel distretto di Bogor. A tal proposito ha detto: ”L’aereo appare distrutto.Sembra che si sia schiantato da 6mila piedi di altitudine (1.800 metri) mentre viaggiava ad alta velocità”. Ecco perché una fonte della Pt Trimarga, una società che segue gli interessi della Sukhoi in Indonesia, in una intervista dice che è quasi impossibile che ci siano sopravvissuti.