Dove si trovano le grotte di Ajanta e come organizzare una escursione? Sorgono in India, in particolare nello stato centro-occidentale del Maharashtra. Si tratta di affascinanti monumenti scavati nelle rocce e molto antichi, visto che si possono far risalire al II secolo a.C. Al loro interno spiccano dipinti e sculture profondamente legati all’arte e alla cultura religiosa buddhista e ovviamente rappresentano una grande attrazione turistica. Nel 1983 sono state dichiarate Patrimonio dell’Unesco e si ergono in un monastero rupestre arricchito da 30 di questi spettacolari elementi naturalistici scolpiti pietra vulcanica. Circa sette secoli di lavoro, tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C dettato da una profonda fede e lo stesso vale proprio per Ajanta, nato con il comando e il patrocinio dei re Hindu.
L’area però fu abbandonata durante il periodo delle invasioni musulmane e divenne più che altro rifugio per gli animali della foresta. Nel 1819 invece avvenne un piccolo miracolo e quelle che erano ormai zone piuttosto nascoste alla vista umana o comunque non facilmente riconoscibili nella loro originaria funzione, furono ritrovate dai soldati inglesi che notarono l’ingresso di una di queste sale sotterranee.
Davanti ai loro occhi spuntarono queste splendide pitture che il tempo aveva conservato anche grazie all’umidità delle caverne e al fatto che erano rimaste chiuse. Oggi possiamo quindi osservare il meglio dell’arte pittorica dell’India buddista antica, grazie a tale ritrovamento e alla pazienza dei fedeli del passato. Ci sono poi delle grotte davvero colossali, incredibili rispetto alla stessa grandezza dell’Ajanta: sono 34 e sono adibite a templi e sempre scavate nella roccia a Ellora. Tale zona è stata meta di pellegrinaggio e punto di incontro per tre religioni: buddhismo, brahmanesimo e giainismo. Oggi è possibile osservare una delle maggiori testimonianze di architettura rupestre di tutto il subcontinente indiano. Realizzate dal V al X secolo; le grotte numerate da 1 a 12 appartengono alla tradizione buddhista, quelle da 13 a 29 all’arte Chalukya di tradizione brahmana e induista (VII-IX secolo), le ultime da 30 a 34 (IX-X secolo) sono invece gianiste.
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