Non solo una forma d’arte e intrattenimento, ma un vero e proprio pilastro dell’intera società. Non si può dividere l’Irlanda dalla sua musica tradizionale e gli stessi abitanti, interrogati su cosa li fa stare bene nella vita, non eliminano mai questo tipico passatempo. Del resto, i loro antenati erano i poeti celtici che vagavano di villaggio in villaggio cantando storie, a volte realmente accadute e coinvolgendo pure i popoli vicini. In cambio chiedevano solo da mangiare o un giaciglio per dormire. Le musiche e soprattutto i testi, poi, non erano casuali, ma la vera fonte di ispirazione era la gente incontrata, le tradizioni seguite e gli eventi vissuti. Questo ha portato, piano piano, a scrivere la storia della zona e a conservarla attraverso le rime, in un modo quindi più interessante e particolare rispetto ai classici libri.
Del resto è proprio vero che la musica popolare sa toccare il cuore nel profondo, far riaffiorare ricordi, far sentire nuove emozioni o vecchie sensazioni dimenticate. Insomma ha un forte potere ed è capace di suggestionare gli ascoltatori. Che dire poi se ad accompagnare i componimenti, ad esempio, può esserci la cornamusa, come quella conosciuta in tutto il mondo di Liam Og O’Flynn o il flauto di Matt Molloy. Milioni di fan li seguono da tempo e non si stancano mai di ascoltarli o di essere presenti ai loro concerti. Insomma la musica folk irlandese è una vera forza, più delle altre, ascoltare per credere.
Non si è mai fermato il desiderio di conoscere nuovi stili e contaminazioni in tutto il XX secolo quando altre forme tradizionali hanno vissuto un periodo di totale collasso e si è fatto strada pesantemente il pop. La gente continua ad improvvisare per strada, durante le feste, nei pub e se siete appassionati vi lascerete senz’altro prendere dal ritmo. Ogni performance, del resto prende spunto dal passato e dalla tradizione ma diventa motivo per esibire intuizione e genio creativo dei locali.