Visiti Palermo e attraversi tutte le epoche a partire dalla sua lunghissima via della Libertà e fino ad arrivare nel cuore dell’area storica più antica e non puoi fare a meno di chiederti, tra colori e odori tipici, come potevano essere i bazar arabi intorno all’anno Mille. La soluzione sta nei suoi mercati che sono quattro, ma a voi se non avete molto tempo a disposizione, basterà scoprirne almeno uno ed entrare al meglio nel cuore del capoluogo siciliano, frutto di influenze e dominazioni differenti.
Tutti presentano dei piccoli spazi tra bancarelle cariche di vari prodotti culinari e venditori che urlano anche in modo colorito le qualità di ciò che propongono ai clienti. La contrattazione da queste parti è la regola, tra luci basse e raggi del sole che in certi angoli fanno persino fatica ad arrivare.Nelle bancarelle degli ambulanti non di rado potrete anche assaggiare la merce prima di sceglierla senza pagare nulla e, possibilmente, senza obbligo di acquisto anche se questo, ovviamente, è molto gradito. Riuscirete a deliziarvi, dunque, di fronte alle panelle fritte, una sorta di frittelle di farina di ceci o con il pane non lievitato con le melanzane fritte o con la milza e le arancine. Si perchè a Palermo si chiamano così e guai a chiamarle arancini, termine scelto invece per la Sicilia orientale.
Il più grande e noto anche grazie ad una famosa trasmissione televisiva che ha preso in prestito la denominazione, è Ballarò. Ci sono poi i mercati della Vucciria, Borgo Vecchio e Capo. Nel primo caso parliamo di un’area che comprende lo storico quartiere dell’Albergheria, fra la piazza Ballarò e Carmine, mentre gli altri sorgono fra Piazza San Domenica e il mare, poco distante dal Teatro Politeama. Per arrivare al mercato del Capo, invece, dovrete attraversare la trecentesca Porta Carini ed entrare nel souq o meglio dire nel magico mondo di una Palermo quasi etnica che non ti aspetti.