Diciassette chilometri di spiagge e l’area è ricca di racconti storici e leggendari che conquistano tutti. Si dice ad esempio che ai tempi dei Maharaja, prima dell’indipendenza, da queste parti esistesse solo una tranquilla zona di pescatori con una regina e un palazzo in cima alla scogliera. Qui lei soggiornava nel periodo dei monsoni e piano piano l’area cominciò a popolarsi sempre di più.Diventarono frequenti le gite per i picnic e poi giunsero pure gli hippy. Oggi, invece, non mancano guesthouse, ristoranti che servono pesce fresco e zone di mare dove affittare ombrelloni e sdraio.
Se cercate divertimento e locali, forse il posto per voi è Hawa Beach dove si trova tra l’altro un faro a strisce bianche e rosse. Qui arrivano sia famiglie con bambini che coppie e le ragazze indossano il salwar kameez, l’abito tradizionale composto da tunica e pantaloni. In linea di massima i bagnanti locali, secondo le tradizioni del Paese insomma fanno il bagno vestiti ma sono felici e si divertono tra gridolini e risate quando arriva un’onda. Quasi nessuno del resto sa nuotare e quindi non si azzardano ad allontanarsi.
Kovalam resta poi un buon centro di pesca con antiche tradizioni ed è bellissimo all’alba notare a Poovar Beach le luci di molte barche che si trovano all’orizzonte. Gli uomini che attendono il pescato del giorno sulla spiaggia indossano il lungi, un pareo con le estremità rimboccate, il tipico abbigliamento maschile che si può notare nel sud dell’India. Il pesce diventa un affare di famiglia in tutte le sue fasi qui: dalla pesca , allo sbarco, alla vendita fino alla cottura. Buona parte dei ragazzi imparano da piccoli e continuano per tutta la vita con lo stesso mestiere, sorridendo ogni giorno nonostante le difficoltà come se fosse la prima volta. Persino gli anziani che ormai non lavorano più, la mattina si ritrovano sulla spiaggia a guardare l’orizzonte e a sognare.