In un comunicato il Presidente Burlando avanza le richieste per far fronte all’emergenza, necessarir prt rivalutare i piani di bacino ma anche promuovere una nuova cultura della prevenzione:
Circa gli aiuti nazionali per iniziare a far fronte ai danni di questi giorni chiedo tre cose: che siano il massimo possibile, che arrivino in tempi rapidi e che avvengano con procedure il più veloci possibili.
A dirlo è il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando al termine della riunione con i vertici della Protezione Civile tenutasi oggi in Regione alla presenza del prefetto Franco Gabrielli, capo dipartimento della Protezione civile nazionale, del prefetto di Genova Francesco Musolino, del sindaco Marta Vincenzi, del presidente della Provincia Alessandro Repetto e degli assessori regionali Renata Briano e Pippo Rossetti.
La Liguria è una regione molto particolare, la previsione delle piene dei nostri torrenti si misura in minuti, non come per i grandi fiumi quali il Po dove si prevedono in ore e ci si può attrezzare di conseguenza, perciò l’informazione ai cittadini è fondamentale per salvare vite umane. La scienza non va oltre indicazioni di ampio bacino, al massimo a livello provinciale, perciò bisogna applicare principi di precauzione in aree vaste. Abbiamo bisogno di una evoluzione culturale, dobbiamo imparare a prevenire come fanno i giapponesi nei confronti dei terremoti e mettere in sicurezza il territorio il più possibile.
Burlando, che sarà commissario per l’emergenza anche per l’alluvione genovese dopo quella delle 5 Terre, ha ribadito:
Sono cambiate le condizioni climatiche e i piani di bacino attuali andranno rivalutati a partire dai prossimi giorni.
Circa la situazione del quartiere di Quezzi, colpito dall’alluvione delle ultime ore ha affermato:
Se non avessimo demolito le case nell’alveo del torrente nei pressi di largo Merlo sarebbe successa una tragedia. C’erano 25 famiglie che abitavano in edifici costruiti nel greto del Fereggiano. Nei tratti dove siamo recentemente intervenuti con i lavori – sui torrenti Fereggiano, Sturla e Bisagno – non è uscito un litro d’acqua. Se gli eventi di questi giorni sono stati prevedibili, prevedibili sono anche le risposte ma ci vogliono molte risorse. I lavori sullo Sturla sono terminati a 90%, per il Fereggiano dovremo proseguire i lavori a sud di largo Merlo andando a verificare con i Vigili del Fuoco la settimana prossima le condizioni della parte di scorrimento coperta e mettendo in sicurezza le tre aste. Anche i lavori sul Bisagno è indispensabile che siano completati nonostante manchino ancora circa 100 milioni di euro di finanziamento e alcuni anni di lavoro. E’ indubbio che il modo in cui si è intervenuti sul territorio ai tempi della ricostruzione post bellica ha a che fare con i disastri attuali e anche l’urbanizzazione non ha aiutato.
Circa la vicenda dello stabile di via Giotto per cui l’altroeri sera si sono sbloccati i fondi per le famiglie che dovranno spostarsi per permettere la demolizione dell’edificio costruito nella parte finale del greto del torrente Chiaravagna Burlando ha detto:
Dopo la demolizione dello stabile risolveremo un problema a monte ma ne apriremo uno, seppur meno grave, a mare. Dovremo infatti affrontare i problemi che potrebbero presentarsi per la ferrovia, per l’Ilva e per la Piaggio. A tale proposito inizieremo a incontrarci la prossima settimana. Spero che l’ordinanza di Protezione Civile che ci assegnerà i finanziamenti per Genova possa essere in continuità con quella relativa al Levante ligure per avere un unico finanziamento a cui attingere.