In Thailandia è emergenza, di quella seria, tanto che adesso a causa delle inondazioni è stato chiuso pure l’aeroporto internazionale di Bangkok per tre giorni. Ferie obbligate poi per tutti i lavoratori in modo che, i dodici mi milioni di abitanti, possano contribuire a lavorare contro un problema che sta mettendo in ginocchio un intero Paese ormai da troppo tempo e risistemare al meglio possibile le loro case e la vita in subbuglio. I voli interni sono bloccati a causa del raggiungimento delle acque sulla pista e le varie compagnie si sono dovute allontanare in tutta fretta.Del resto, le autorità lo prevedevano da una settimana che tutta la città sarebbe finita sott’acqua, anche a causa della decisione di aprire le chiuse delle dighe principali. Sarano fermati al più presto, quindi, pure i servizi pubblici e le scuole e l’esercito si sta preparando per evacuare del tutto la zona dell’aeroporto di Don Muang, dove abitano circa 30 mila persone.
Si parla poi di un possibile e imminente cedimento di una delle dighe a nord di Bangkok e potrebbe quindi giungere ben presto un’onda alta fino ad un metro e mezzo. Allo scalo internazionale di Suvarnabhumi intanto si sono avvicinate le due compagnie aeree Nok Air e Orient Thai e qui così come nelle aree vicine sono state installati diversi centri di accoglienza per gli evacuati così come un centro di soccorso.
Nel frattempo, il livello del fiume Chao Phraya ha raggiunto i 2,6 metri, mentre gli argini sono alti mediamente 2,5 metri. in più comincia a scarseggiare il cibo che in parte risulta contaminato e i supermercati sono quasi vuoti perchè sono stati letteralmente assaltati. Il problema sorge soprattutto perchè l’area dove si produce la maggiore quantità di riso, l’alimento principale e grande come il Lazio è stata sommersa dall’acqua e oltre 2 milioni di produzione sono andati perduti. Sott’acqua pure i templi dell’ex capitale Ayutthaya, Patrimonio mondiale dell’Umanità.