Fin sotto la parete in barca a vela, accompagnati da uno skipper, per poi arrampicarsi su pareti vergini, a suon di musica e in liberta’. Questi i nuovi confini dell’avventura disegnati dai fratelli belga Nicholas e Olivier Favresse, dall’ispano-irlandese Sean Villanueva e dallo statunitense Ben Ditto, capaci di aprire nove nuove vie in due mesi sulle Big walls della costa ovest della Groenlandia e vincitori del prestigioso premio Piolets d’Or. Con loro lo skipper Bob Shepton, scozzese di 75 anni, pastore protestante, che li ha guidati con il suo piccolo veliero su e giu’ per l’impetuoso mare del nord alla ricerca di pareti verticali e immacolate.
Per due mesi – da luglio ad agosto del 2010 – hanno scorazzato lungo la costa. L’avventura gli e’ valsa la vittoria della 19/a edizione dei Piolets d’Or, il piu’ prestigioso premio di alpinismo a livello internazionale assegnato a Chamonix e celebrato a Courmayeur.
Il Piolets D’Or
Un premio condiviso con i giapponesi Katsutaka Yokoyama e Yasushi Okada, impegnati in un’ascensione molto piu’ convenzionale sul Monte Logan, in Canada. Ma il fascino della spedizione dei fratelli Favresse ha conquistato tutto il mondo dell’alpinismo. Lo spirito esplorativo, la ricerca di pareti sconosciute, le difficolta’ tecniche, il viaggio in barca a vela, ma soprattutto la musica portata in parete (tutti e quattro suonano uno strumento che conservano sempre nello zaino, tra cui un banjo) hanno spezzato l’ortodossia di questo concorso che annovera nel suo palmares l’elite dell’alpinismo mondiale.
La musica in quota
”La musica e’ parte fondamentale nelle nostre spedizioni. Porta allegria e impegna la mente in quei momenti in cui non si puo’ scalare, magari per il cattivo tempo, oppure quando si bivacca appesi in parete. La musica e’ religione, cosi’ come la montagna”, spiega Nicholas Favresse. ”Arrampicare e suonare? E’ il massimo che si puo’ chiedere dalla vita” aggiunge Sean Villanueva.
Amici della natura
Il loro stile di scalata e’ pulito, anzi pulitissimo.
Limitano al massimo l’uso di chiodi e hanno rifiutato persino le pastiglie per il mal di mare per non ”sporcare” la performance. Hanno conosciuto il capitano Bob Shepton via internet, lo hanno coinvolto nel progetto (imbragandolo e portandolo con loro anche su una parete alta 500 metri) e con lui sono anche rientrati in barca fino in Scozia sul veliero. Un’avventura a 360 gradi che delimita nuovi confini per l’alpinismo moderno.