Guida di Viaggio a Palencia:testimonianza di un passato glorioso

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Palencia è una città capoluogo della omonima provincia, nella regione della Tierra de Campos a lato del fiume Carrion. È situata a 749 metri dal livello del mare e una popolazione di circa 79 mila abitanti.

Storia:
Abitata nell’antichità da una popolazione Celtoiberica fu conquistata ai Romani da Pompeo che pose fine alle guerre Celtoiberiche nel 70 a.C. La città, chiamata Pallantia, prosperò sotto il dominio romano e di questo periodo gli scavi effettuati nel territorio hanno messo in luce diverse testimonianze: mosaici, stele, ceramiche. Continuò ad essere importante anche sotto i re Visigoti.
Anche del periodo Visigoto si hanno testimonianze importanti, soprattutto la chiesa di San Juan de Baňos, la cripta della Cattedrale e le numerosi necropoli nella zona.
Gli Arabi nel 711 invasero la città e la popolazione l’abbandonò fuggendo sui monti dove nacquero nuovi villaggi Il re Visigoto di Navarra e conte di Castiglia nel IX secolo risuscitò Palencia dalle sue rovine. A lui seguì un’epoca di predominio dei vescovi, Palencia fu un importante sede episcopale che favorì il pellegrinaggio a Santiago e il relativo “camino” che attraversa la provincia da est ad ovest.

Tutto ciò determinò la rinascita della città.
La prosperità economica del XVI trasformò Palencia, insieme alle altre province castigliane, nel cuore economico e demografico dell’impero spagnolo.

Attualmente Palencia è una città con un alto livello di comunicazioni e servizi. Vi si trovano edifici moderni assieme ad altri antichi che testimoniano il passato glorioso, giardini e parchi.

La Cattedrale, fondata sopra una cripta preromanica, è un complesso edificio gotico terminato nel 1516 dopo che la prima chiesa era stata costruita nel secolo XI sui resti di una basilica gotica di cui resta la cripta, detta di San Antolin del secolo VII, seguita nel secolo XI da una parte romanica.

La festa del Bautizo del Nino si svolge il 1° gennaio e celebra il battesimo di Gesù: comincia alle prime ore del pomeriggio con una messa nella chiesa di Miguel seguita da una processione preceduta da una statua in legno di Gesù bambino e dai fedeli vestiti dei costumi tradizionali che danzano al suono dei tamburelli e cantano i Villancicos canti medioevali natalizi.

Dopo la processione, seguendo l’usanza dei battesimi, le autorità e la “madrina” lanciano dal balcone della canonica caramelle e dolci ai sottostanti.

Ogni chiesa ha la sua festa che viene sempre celebrata anche con danze e canti e cerimonie varie, ma la festa maggiore, come in quasi tutte le città spagnole, è quella della Settimana Santa durante la quale ogni giorno ci sono processioni e cerimonie nelle diverse parrocchie in gara fra loro, che si concludono il giorno di Pasqua con la grande processione nella piazza Mayor col “Rompimiento del Velo”, concerto di campane, musica e danze tradizionali. Altre feste si svolgono per ogni chiesa con modalità simili, si diffenzia la festa di San Antonio legata alla tradizione dell’agricoltura in cui il 17 gennaio ai riti religiosi vengono portati nella chiesa di san Miguel gli animali e le sementi per la benedizione e la cerimonia viene accompagnata da danze e antichi canti in lode del Santo e dei miracoli compiuti da lui.

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