Per la beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo Primo Maggio sono attesi a Roma “300 mila pellegrini”, un numero però “suscettibile di cambiamenti”. Grazie a una “organizzazione modulare”, inoltre, la città “é pronta ad accogliere” fino a “qualunque numero” di fedeli dovesse raggiungere la Capitale per partecipare all’evento. E’ quanto ha precisato padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi che in collaborazione con il Vicariato, la Regione Lazio, la Provincia di Roma e il Comune sta organizzando l’evento.
Roma, città aperta
“La nostra missione é far sì che chiunque voglia venire a Roma per partecipare a questo grande evento trovi la città pronta e aperta“, ha aggiunto padre Atuire nel corso della conferenza stampa di presentazione della cerimonia nella Sede dell’Orp in via della Pigna. Il numero di 300 mila persone, ha inoltre sottolineato, “non è di meno di quello che ci aspettavamo“. Padre Atuire ha infatti spiegato che le previsioni di due milioni di pellegrini “erano state avanzate sulla base del conteggio delle persone che hanno raggiunto Roma nei giorni della morte e dei funerali di Wojtyla. Un periodo che è durato due settimane, dagli ultimi giorni della malattia fino all’elezione del nuovo Pontefice e che è quindi da intendersi come la somma complessiva dei pellegrini al giorno”. “Se io sommo i 300 mila che parteciperanno sabato alla veglia al Circo Massimo, con i 300 mila che parteciperanno domenica alla messa in San Pietro e poi i 300 mila che seguiranno anche la messa di ringraziamento il lunedì successivo – ha osservato ancora –, allora ecco che la cifra sale di parecchio“.
4 Euro per ogni fedele
Il costo della cerimonia e degli eventi legati alla beatificazione di Giovanni Paolo II è di “3-4 euro a pellegrino“. Un onere che verrà interamente ricoperto da privati: “sostenitori, istituti di credito, fondazioni“. Lo ha precisato mons. Liberio Andreatta, presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento nella sede dell’Orp di via della Pigna, a Roma. “In un momento di grave crisi economica per il Paese, che noi sperimentiamo ad esempio attraverso le Caritas che ci informano di molte situazioni anche di nuova povertà delle famiglie italiane – ha aggiunto mons. Andreatta –, non abbiamo voluto gravare sui bilanci dell’amministrazione pubblica. Abbiamo chiesto invece l’aiuto di fedeli e sostenitori e c’é stata una grande risposta da parte di istituti di credito, fondazioni e privati“.