Mino Ceretti
Allievo a Brera di Aldo Carpi, insieme a Guerreschi, Vaglieri e Romagnoni, con loro fonda e caratterizza il movimento critico del “realismo esistenziale” che scuote e innova la proposta di una pittura di realtà antiretorica nel Nord-Italia. Fu certo un coup de theatre la mostra del 1956 al Centro San Fedele di Milano in cui Giorgio Kaiserlian, il critico d’area cattolica, presenta la nuova ricerca, le nuove predicazioni di impegno, di un gruppo di pittori (Guerreschi, Ceretti, Romagnoni) che fa sulla tela “realtà oltre la cronaca”. Dopo una breve e appassionata stagione unitaria del movimento – mostre in comune, dibattito comune, documenti comunemente redatti – Ceretti, insieme ad altri protagonisti del gruppo, aderisce al nuovo linguaggio internazionale, all’informale. E qui realizza d’impeto una serie di tele di materie sontuose scosse da una irruenza tra gestuale e sentimentale che afferma la “rifondazione” del suo rapporto con la realtà ormai definitivamente critico.
Gli anni del Realismo Esistenziale
Negli anni Cinquanta del “realismo esistenziale” si voleva rappresentare una realtà liberata dalla ideologia e dalla opzione politica, contro gli officianti del “neorealismo” e le altezze ireniche dell’astrattiusmo. La via informale porta alla rappresentazione di una “realtà fenomenica”, via via ad una pluralità di soggetti, ad una moltitudine di presenze sulla tela che il pittore di continuo cerca di ordinare. E’ il processo creativo che Emilio Tadini definisce “esplosivo-implosivo”, la catastrofe di senso, l’universo delle merci e delle epifanie che il pittore di continuo contrasta e ordina sulla tela. Sino agli ultimi cicli di lavoro – Ritratto probabile, Figura probabile, Pietra – in cui la messa in discussione è totale, l’interrogazione sulla pittura e sul suo senso – qui, ora – è radicale, sino a ipotizzare come spazio della ricerca artistica, come ambito della rappresentazione pittorica la mera profezia. La ricerca di Mino Ceretti, esistenziale e fenomenica, sontuosa di esiti pittorici e di suggestioni di idee, si colloca nello spazio europeo del pensiero critico postmarxiano – da Jean Paul Sartre a Enzo Paci – a fianco di ricerche letterarie da Albert Camus a Luigi Meneghello, da Marguerite Duras alla Yourcenar a La Storia di Elsa Morante, insieme ad artisti come Romagnoni e Vaglieri, al gruppo francese della “Ruche”, alle correnti europee della “figurazione critica”.
Informazioni
GALLERIA OSTRAKON
Via Pastrengo 15, Milano
tel. 3312565640, dorino.iemmi@fastwebnet.it
Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 – 19.30
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