Dopo la performance cinese del Giovedi’ Grasso, il Carnevale di Venezia si prepara al gran finale. Quest’anno la selezione assegnera’ premi alla piu’ bella maschera in assoluto e al piu’ bel travestimento in stile Ottocento, premiati rispettivamente con un due giorni di studio a Londra e due a Venezia, in occasione della Regata Storica. E’ stato inoltre scongiurata, almeno per questo weekend, l’agitazione del personale dei trasporti pubblici. Intanto migliaia di turisti stanno invadendo la laguna e un gran pienone nelle piazze, nelle calli e nei palazzi storici. Per oggi all’Ateneo Veneto e’ gia’ tutto esaurito. E per il Venerdi’ Grasso, parte la terza edizione del Carnevale nell’Isola di San Servolo, con laboratori, giochi e animazioni per i bambini dai 5 ai 10 anni.
I riti del Carnevale in Italia
In Italia tutti i riti legati al Carnevale – sfilate, processioni, grandi spettacoli, parate in maschera – hanno un comun denominatore: la teatralità. Per ogni festa, dalle Alpi alla Sicilia, c’è una preparazione artigianale molto attenta, quasi maniacale, dei costumi, dei travestimenti, dell’allestimento delle scene e dei carri. Nulla è lasciato al caso, se non la voglia di divertirsi del pubblico e la fantasia nel creare le maschere. In ogni luogo, dalle città alle vallate, dal mare alle montagne, c’è una scenografia diversa, irripetibile: l’architettura di una piazza, il corso di un fiume, il sentiero di un bosco, il viale o il lungomare di una città, i saloni di un palazzo.
Maschere e tradizioni
Ovunque si fa festa: il rito pagano del mascheramento carnevalesco si mescola alle tradizioni cattoliche locali e si ripete ogni anno in gesti e usanze sempre più giocosi e sfarzosi. Per tutti il Carnevale – che quest’anno culmina l’8 marzo – è il momento dell’esplosione dei sensi e la necessità, almeno per un giorno, di dimenticare problemi e difficoltà, di dimenticare se stesso vestendo i panni di un “Pulcinella qualunque”. E’ l’esaltazione degli sberleffi, della fantasia, degli stati d’animo più pittoreschi e peccaminosi, prima di lasciare spazio alla purificazione quaresimale. La stessa parola carnevale, che significa carnem levare, cioè eliminare la carne, anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno dei festeggiamenti – il martedì grasso -, subito prima del periodo di astinenza e di digiuno della Quaresima – il periodo che precede la celebrazione della Pasqua.
La Quaresima
Va detto però che il Carnevale non termina ovunque il martedì grasso: chi osserva il rito ambrosiano, cioè nella maggior parte delle chiese dell’arcidiocesi di Milano, la Quaresima inizia di domenica; quindi nel capoluogo meneghino l’ultimo giorno di carnevale è il sabato, 4 giorni dopo rispetto al martedì del rito romano. Ogni borgo, ogni vallata, ogni città, ogni quartiere ha un carnevale da raccontare e lo fa attraverso usanze popolari diverse: dal suono dei campanacci dei Mamuthones in Sardegna alle battaglie a colpi d’arance di Ivrea e alla musica dei carri barocchi di Acireale e Viareggio; da Nord a Sud è un susseguirsi di feste e di parate.