Indefesso sperimentatore, portatore di una energia contagiosa e di una visione dell’arte ancora oggi per certi versi eversiva, Michelangelo Pistoletto conquista il Maxxi, che da domani lo celebra con un’antologia essenziale e rigorosa. Intitolata Michelangelo Pistoletto. Da Uno a Molti: 1956-1974, l’importante esposizione riunisce un centinaio di opere provenienti da collezioni internazionali pubbliche e private che, ha detto il maestro, ”rendono comprensibile la radice del mio albero”.
Michelangelo Pistoletto
Classe 1933, rappresenta con la sua opera, i suoi progetti, le sue iniziative, il meglio di passato, presente e futuro dell’arte italiana contemporanea. Autorevole e diretto, conquista tutti, a partire dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, che definisce ”politica” la bella mostra romana (seconda edizione, ma molto diversa, di quella che si e’ svolta negli Usa, al Museum of Art di Philadelphia), che, curata da Carlos Basualdo, punta soprattutto a far luce sugli esordi, sull’affermarsi di quella sua cifra dei quadri specchianti che e’ una vera e propria visione del mondo, del fare arte nelle societa’ occidentali. ”Piu’ che la cifra, queste opere sono il filo conduttore della mia intera produzione”, precisa il maestro piemontese, che vede nei suoi lavori piu’ famosi la naturale trasformazione della precedente serie degli autoritratti, nella seconda meta’ degli anni ’50, quando attraverso la pittura coniuga le esperienze dell’informale e dell’espressionismo astratto. I successivi quadri a specchio, dice Pistoletto, diventano una sorta di autoritratti del mondo, invece che di un singolo individuo, ”permettendomi di arrivare a una prospettiva dove tutti possono entrare”.
Michelangelo Pistoletto. Da Uno a Molti: 1956-1974
I dipinti specchianti, che si susseguono, con infinita suggestione, negli spazi del Maxxi inondati di luce, costituiscono ”l’opera unica, la storia che viene fissata, che diventa memoria anche dopo di noi”. Li’, riflesse, sono contenute tutte le persone, persino quelle non ancora nate, che vi passeranno davanti, dando vita a un nuovo universo, ”quello della trasposizione del possibile nel fisico”. Ogni serie allestita in mostra, come quella degli Oggetti in meno, da corpo alla stessa intuizione, al concetto ”dell’esplosione di se’ negli altri”, che portata all’estremo diventa la Citta’ dell’Arte, il laboratorio interdisciplinate per la produzione culturale fondato da Pistoletto a Biella nel 1998.
A questa straordinaria iniziativa, che indaga sul ruolo dell’artista finalizzato a mettere l’arte in diretta interazione con tutti gli ambiti della societa’, e’ dedicata la seconda mostra del Maxxi. Affollato dalla produzione di Pistoletto in una specie di ”sincronia visiva”, ha detto il presidente della Fondazione Maxxi Pio Baldi, che costantemente ”richiama l’opera di Pistoletto comunitaria e condivisa”. Anche con la musica, tanto che la voce di Gianna Nannini completa con il suono ‘Mama’, l’ultima fatica di Pistoletto, il Terzo Paradiso, che simboleggia, con il nuovo segno dell’infinito, la procreazione al centro della vita. Lavorando a questo progetto, ha concluso Pistoletto, ”la Nannini ha deciso di diventare mamma”.