Il Carnevale di Putignano ha radici antichissime; vanta analogie con le funzioni originarie del carnevale mediterraneo, come la rottura temporanea delle regole sociali e i riti agresti propiziatori della Magna Grecia con Dioniso e Bacco. Tuttavia il suo occhio è sempre attento a cogliere l’attualità politica, rivisitata in chiave irriverente e canzonatoria nei sette carri allegorici che scuoteranno il centro storico (dopo il 20 febbraio) il 27 febbraio, il 6 e l’8 marzo.
I carri satirici
Ecco allora il carro “Fratelli d’Italia?”, che si ispira alla “istoria senza egual del fisco federal” e contrappone l’Orco Polentone al Gentil Terrone, e quello intitolato “Favola per niente favolosa”, dove il governo-strega avvelena l’Italia-Biancaneve e i sette nani rappresentano l’università e la ricerca, l’infanzia, la sanità, l’ambiente, la natalità, i pensionati e i disoccupati. Immancabile il riferimento al caso Ruby con “Bunga Bunga… Hara Kiri”, che vede protagonisti Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, e con “Sogno di una notte di mezza estate”, dove il premier veste i panni del folletto Puck che si abbandona a danze sfrenate circondato dalle ninfe dei boschi. L’ambiente è il tema portante di “Ma che tappo dite?”, dedicato al petrolio nel Golfo del Messico, e di “A.A.A. Pianeta pulito cercasi”, con gli astronauti a caccia di una nuova Terra da abitare. L’ultimo carro, “Dove è finita l’armonia della vita?”, mostra infine suggestioni bibliche nel riproporre e attualizzare l’eterna contrapposizione tra il Bene e il Male.
L’estrema unzione del Carnevale
L’attualità dei carri allegorici si sposa con i riti che di anno in anno si ripetono immutabili nel Carnevale di Putignano. Alla vigilia del martedì grasso entra in scena l’Estrema Unzione, che prepara il passaggio dai giorni della festa a quelli quaresimali. Un corteo mascherato con paramenti sacerdotali e vestiti clericali attraversa il paese per impartire un’originale benedizione, declamando la biografia in vernacolo del Carnevale morente. La finta processione vaga per le vie dalle prime ore della sera fino a notte fonda, con il seguito di appassionati e curiosi e un peregrinare infinito tra i locali, pronti ad accogliere e a rifocillare gratuitamente i “ministranti”.
Il Funerale del Carnevale
A chiudere i giorni di baldoria baldoria arriva, la sera del martedì grasso, il Funerale del Carnevale. In strada scende un corteo funebre al seguito del caro estinto, rappresentato da un maiale in cartapesta che simboleggia il periodo di eccessi. Il maiale viene quindi bruciato nella piazza principale del centro, in un rito di purificazione che dà fuoco al materialismo in favore della spiritualità. Gli ultimi minuti di vita del Carnevale si muovono al ritmo dei 365 rintocchi della Campana dei Maccheroni issata in piazza. Davanti alla grande campana di cartapesta tutto il paese si ritrova insieme ancora una volta per gli ultimi balli, davanti a un bicchiere di vino e un piatto di pasta.
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