Le origini del borgo sono molto antiche e la sua fondazione risale al periodo della dominazione romana.
L’economia di Ventimiglia è legata principalmente al turismo estivo ed al mercato dei fiori, di cui è uno dei maggiori produttori a livello mondiale.
San Secondo, festeggiato annualmente il 26 agosto, è il patrono di Ventimiglia.
Similmente alle altre località della Liguria, durante il periodo estivo la popolazione della città aumenta considerevolmente, a causa del massiccio flusso turistico proveniente, per lo più, dal Piemonte e dalla Lombardia. Il turismo e il commercio rendono Ventimiglia la città più movimentata della provincia dal punto di vista degli afflussi ferroviari, stradali e autostradali.
La città di Ventimiglia, alla quale spesso ci si appella come “la Porta Occidentale d’Italia”, “la Città di confine” o “la Porta Fiorita d’Italia”, così come tutta la conurbazione Ventimigliese, intrattiene forti rapporti economico-sociali con la vicina Costa Azzurra,
Rinomata per il suo clima, le sue spiagge ora ciottolose e sabbiose, ora rocciose e frastagliate, per i suoi siti storici e naturalistici, ospita importanti eventi di richiamo internazionale, quali la Battaglia di Fiori, l’Agosto Medioevale, le finali Regionali di Miss Italia, il Desbaratu e il grandioso mercato settimanale del venerdì, tra i primi in assoluto in Italia e in Europa.
Passeggiando nel caratteristico centro storico di Ventimiglia possiamo ammirare:
la Cattedrale dell’Assunta, edificata nel XII secolo sui resti di un antico tempio pagano, al cui interno si conservano pregevoli opere d’arte;
la Chiesa S. Michele, costruita intorno al 1100 sul sito di una cappella del X secolo, che subì un primo rimaneggiamento alla fine del XII secolo;
il Museo Archeologico “Gerolamo Rossi”, che raccoglie materiale proveniente dagli scavi della romana “Albintimilium” e alcune collezioni archeologiche di fine ‘800 e del primo ‘900, con corredi funerali, vetri antichi, sculture;
i Giardini Botanici Villa Hanbury, oggi gestiti dall’Università di Genova che ne curano il restauro e la manutenzione, che furono voluti nel XIX secolo da un nobile inglese che vi fece impiantare numerose specie esotiche;
il Museo Preistorico dei Balzi Rossi, in cui sono conservati i reperti archeologici rinvenuti nelle grotte marine esplorate sul finire del XIX secolo.
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