Capodanno nell’oasi di Siwa, passando da Il Cairo a Marsa Matruth

di Redazione Commenta

Una notte di San Silvestro decisamente insolita, lontanissima da luci e lustrini, musiche e mondanità. È la proposta di diversi tour operator, che per dire addio al 2010 propongono un brindisi più intimo e raccolto nell’oasi di Siwa. I viaggi durano dai sette ai dieci giorni e, oltre all’oasi, consentono di esplorare città ricche di fascino e storia come Il Cairo, Alessandria, El Alamein e Marsa Matruh.
Il Cairo è il primo contatto con l’Egitto. Nel tragitto dall’aeroporto alla città si incontra un traffico che non ha nulla da invidiare a quello delle metropoli nostrane nei giorni di pioggia: strade a quattro corsie, sopraelevate, molte utilitarie orami fuori commercio, Fiat e Lada vecchie di almeno dieci anni, si mescolano ad auto lussuose e a un numero impressionante di taxi. Si fa fatica a pensare di essere in Africa: Il Cairo è una metropoli immensa, caotica e viva, che ospita 16 milioni di persone e dove si concentra la più alta densità di abitanti per chilometro quadrato del mondo.

Il Cairo
Prima di partire alla scoperta dei mille tesori del Cairo è importante imparare due parole chiave. La prima è salam alekum, e significa salve. Anche se qui quasi tutti gli egiziani parlano l’inglese, lo sforzo di salutare in lingua araba ripaga il turista con un’accoglienza ancora più calorosa. La seconda è bakshish, vuol dire mancia, ed è la richiesta di chiunque presti un servizio o venda qualcosa. Solitamente si riduce a una cifra minima, ma in Egitto non si può negare a nessuno, dal cameriere al lustrascarpe, dal tassista al cammelliere.

Le piramidi
La prima tappa sono le piramidi di Giza. Viste decine di volte sui libri, in cartolina e nei documentari, dal vivo lasciano senza fiato. Entrare nell’anima di Cheope, salire lungo un corridoio strettissimo che si addentra per 40 metri prima di aprirsi nella Grande Galleria e, da lì, nella Camera della Regina, è un’esperienza faticosa, sconsigliata ai claustrofobici, ma assolutamente indimenticabile. Dopo un incontro ravvicinato con la misteriosa e leggendaria Sfinge, ci si può spostare nel Museo Egizio, che custodisce più di 120 mila reperti e antichità risalenti a tutte le epoche della storia egiziana antica. Per visitare una collezione tanto vasta ci vorrebbero due settimane, ma con una buona guida possono bastare un paio d’ore. Da non perdere, oltre alle gallerie di Tutankhamon, la sala delle Mummie Reali e quella dei Gioielli dell’Antico Egitto.

La Cittadella di Saladino
Ai margini orientali della capitale merita una visita la Cittadella di Saladino. Costruita a partire dal 1176 per fortificare la città contro gli assalti dei crociati, è stata la residenza dei governatori egiziani per 700 anni. La fortezza è dominata dall’imponente Moschea di Mohammed Ali, realizzata, secondo i canoni classici dell’architettura turca, dal tenente dell’esercito ottomano che salì al potere dopo la dominazione francese di Napoleone. Accanto sorge la Moschea di An-Nasir, più piccola ma forse più interessante, perché è l’unica struttura mamelucca rimasta nella Cittadella.

La moschea di Al-Azhar
A nord della Cittadella c’è la Moschea di Al-Azhar, una delle più antiche e importanti del Cairo, e il famosissimo mercato di Khan al-Khalili. Fondato nel 1382, il bazar è oggi un immenso agglomerato di negozi in cui si può trovare di tutto, dai tappeti ai gioielli beduini, dagli articoli in ottone e rame battuto ai costumi per la danza del ventre, e poi oro, argento, profumi, spezie, abiti e oggetti d’antiquariato: Khan al-Khalili è una realtà che affascina e stordisce, un vortice di storia e tradizioni da scoprire perdendosi tra la folla e le vetrine o sorseggiando un tè alla menta al Caffè Fishawi, tra l’aroma dell’incenso e i fumi del narghilè alla mela.

Alessandria
Dal Cairo si segue il corso del Nilo per 225 km fino ad arrivare ad Alessandria. La Perla del Mediterraneo conserva l’atmosfera del suo passato leggendario, un crocevia di culture diverse in cui si mescolano stili europei e mediorientali; è una città cosmopolita molto lontana dal Cairo, con un aspetto più mediterraneo che orientale.
La conoscenza dell’Alessandria greco-romana passa dall’anfiteatro: tredici terrazze di marmo, ben conservate, che possono ospitare fino a 800 spettatori. A poche centinaia di metri sorge il Museo Greco Romano che, con i suoi 40 mila reperti datati fino al III secolo avanti Cristo, è una delle principali attrattive della città. La visita prosegue con la Colonna di Pompeo, uno splendido pilastro di granito rosa alto 30 metri che si erge dai resti dell’Acropoli. La colonna – erroneamente attribuita a Pompeo ma in realtà dedicata a Diocleziano – è l’unico monumento antico della città rimasto integro. A circa 5 minuti a piedi si trovano le Catacombe di Kom ash-Shuqqafa, il più grande sito funerario romano rinvenuto in Egitto, scoperto per caso nel 1900 grazie a un asino sprofondato nel terreno. Disposto su tre livelli e scavato nella roccia a circa 35 metri di profondità, questo affascinante labirinto di camere e tombe è oggetto di molte teorie, una delle quali vuole che Marcantonio e Cleopatra siano stati sepolti proprio qui. Riemergiamo dalle catacombe per tuffarci nella città.

La biblioteca alessandrina
In città vale la pena di fare un salto nel quartiere orientale per entrare nella Biblioteca Alessandrina. Inaugurata nel 2002 e ispirata alla grande biblioteca originaria fondata all’inizio del III secolo a. C., si caratterizza per la forma architettonica, simile a un gigantesco disco conficcato nel suolo ad angolo, come un secondo sole che sorge sul Mediterraneo. Nella facciata esterna sono rappresentati geroglifici, pittogrammi e lettere provenienti da tutti gli alfabeti del mondo. All’interno è moderna, efficiente e incredibilmente grande. Pensata per contenere fino a 8 milioni di libri, ospita tre musei, un planetario, cinque gallerie d’arte, due mostre permanenti e un centro congressi. Suggestive le sale dei manoscritti, tra cui spicca un’interpretazione del Sacro Corano di al-Bustì, che ha più di mille anni.

El Alamein
Il viaggio per raggiungere Siwa è ancora lungo. Da Alessandria bisogna costeggiare il Mediterraneo e poi spingersi nel deserto per alcune centinaia di chilometri. Il tragitto conduce ad El Alamein e al suo Museo della Guerra. All’esterno sono esposti armi, carri armati e altri oggetti recuperati sul campo di battaglia, ma è l’interno che commuove e sconvolge. Osservando le uniformi, le gavette e soprattutto le fotografie di tanti ragazzi italiani, tedeschi, inglesi, che combatterono per 36 mesi nella Campagna d’Africa, si ha una percezione della guerra diversa, più umana, privata, perché filtrata dagli occhi di migliaia di giovani che si trovarono al fronte, a sacrificare le loro vite. A pochi chilometri di distanza c’è il Cimitero Militare Italiano, avvolto da un silenzio irreale. Il sacrario, come si legge all’ingresso, è “consacrato al riposo dei 4.800 soldati, marinai ed avieri d’Italia. Il deserto ed il mare non restituiscono i 38.000 che mancano”.

Marsa Matruh
Più avanti si incontra Marsa Matruh, una località di villeggiatura molto rinomata tra gli egiziani per la sabbia bianchissima e le acque così turchine da sembrare dipinte. La spiaggia più suggestiva è quella di Cleopatra. Merita una visita anche quella di Rommel, dove sorge un piccolo museo, allestito nelle grotte che la “Volpe del deserto” usò come quartier generale. Da qui mancano solo 3-4 ore di autobus nel deserto per giungere finalmente a Siwa e festeggiare un capodanno da ricordare e raccontare.

Tra i tour operator che propongono un viaggio a Siwa per le feste natalizie Turisanda, African Tours Egypt, Travelling People e Phone&Go.