L’Isola di Pasqua (in lingua nativa Rapa Nui, grande isola/roccia; in lingua spagnola Isla de Pascua) è un’isola dell’Oceano Pacifico meridionale appartenente al Cile. Situata a 3600 km a ovest delle coste del Cile e 2075 km a est delle isole Pitcairn, è una delle isole abitate più isolate del mondo. Le sue coordinate geografiche sono 27° 07′ S 109° 22′ W: la latitudine è vicina a quella della città cilena di Caldera, a nord di Santiago. Il territorio dell’isola si compone di quattro vulcani: Poike, Rano Kau, Rano Raraku e Terevaka. Famosi sono i numerosi moai, le statue di pietra che ora si trovano lungo le coste. Dal punto di vista amministrativo, è una provincia a sé stante della regione di Valparaíso del Cile.
L’isola di Pasqua, chiamata anche Rapa Nui, è tanto affascinante quanto misteriosa al tempo stesso, non solo per i suoi luoghi archeologici, ma anche per la sua posizione, infatti l’isola è il luogo più lontano da qualsiasi altro pezzo di terra del Mondo. L’ isola si trova a 3700 chilometri dalle coste cilene e 4000 chilometri dalla Polinesia Francese.
Origine:
È uno dei luoghi più isolati del mondo. Il nome deriva dal fatto che l’isola venne scoperta dall’ammiraglio olandese Jacob Roggeveen il giorno della domenica di Pasqua del 1772. Il suo isolamento fece sì che i suoi abitanti preistorici svilupparono una propria cultura differente da qualsiasi altra. Il loro sistema di scrittura ideografico è, ad esempio, diverso da qualsiasi altro conosciuto. Gli antichi abitanti coltivavano l’arte della scultura.
Miti e Leggende sulle caratteristiche 600 teste di pietra:
I resti di quest’antica tradizione possono essere osservati ancora oggi. Il territorio dell’isola è, infatti, costellato da oltre 600 colossali teste di pietra. Esse raggiungono un’altezza di oltre 12 metri e un peso di ottanta tonnellate. Per molto tempo si è discusso sulla possibilità che la tecnologia primitiva delle antiche popolazioni consentisse o meno la realizzazione di simili opere colossali. Molti autori dalla fervida immaginazione sostenevano l’impossibilità che le statue potessero essere opera umana. Qualcuno è arrivato al punto di sostenere che esse devono essere opere di civiltà aliene poiché le caratteristiche dei volti raffigurati non assomigliavano a nessun lineamento terrestre. In realtà un attento esame fa emergere notevoli somiglianze con le caratteristiche somatiche degli abitanti dell’isola.
Negli anni 1955-56 l’esploratore e antropologo Thor Heyerdahl confutò queste fantasiose teorie con un efficace esperimento. Durante una spedizione durata sei mesi dimostrò che con una rudimentale tecnologia, gli isolani erano in grado di realizzare statue simili a quelle preistoriche e di trasportarle agevolmente anche a notevole distanza. Innanzitutto il materiale roccioso disponibile è un tufo vulcanico che può essere ammorbidito semplicemente mediante acqua. Inoltre con una speciale tecnica, ma con strumenti rudimentali, era possibile sfaldare facilmente la roccia e imprimergli la forma voluta. Durante l’esperimento sei soli uomini in tre giorni riuscirono a scolpire interamente una statua di dodici tonnellate. La statua venne poi trasportata utilizzando 180 uomini, muniti di funi e di un’enorme slitta di legno. Un’altra statua pesante trenta tonnellate venne addirittura issata su un’alta piattaforma di muratura, mediante un apposito basamento di pietre.
Polineasiani Vs Sudamericani:
Al contrario di quello che si può pensare, furono i polinesiani a colonizzare quest’isola, e non i sudamericani, benché questi ultimi fossero più vicini all’isola. L’esploratore norvegese Thor Heyerdahl, sosteneva che una popolazione bianca proveniente dal Sud America avesse colonizzato la Polinesia e dimostrò che si poteva navigare dal Perù alle Isole Marchesi con una semplice zattera, il famoso Kon-Tiki. In ogni caso analisi genetiche cui sono stati sottoposti gli scheletri degli antichi abitanti dell’isola hanno dimostrato che essi erano polinesiani.
In ogni caso il fatto che la patata dolce (kamara) caratteristica della dieta polinesiana, sia tipica del Sud-america fa pensare che possano esserci stati contatti tra le due culture
Attrattive:
L’isola, di forma triangolare, è di origine vulcanica, presenta tre distinti coni vulcanici: il Terevaka (507 metri) che forma la parte centrale dell’isola è la montagna più alta, gli altri due vulcani sono il Poike, a est, e il Rano Kau, a sud-ovest. Sull’isola non esistono fiumi, mancano quasi completamente gli alberi, mentre dei laghi sono presenti, all’interno di alcuni crateri vulcanici come il Rano Raraku, il Rano Kau e il Rano Aroi.
Tra le attività praticate troviamo l’allevamento di ovini caprini, equini e suini; la pesca (tonni, aragoste), modesta è l’agricoltura (cereali, ortaggi, frutta, patate); importantissimo il turismo. Unico centro abitato dell’isola è Hanga-Roa. L’Isola di Pasqua, che gli indigeni chiamano Rapa Nui, è uno straordinario sito archeologico, famoso per le grandi statue in pietra a forma di testa umana, dette Moai, se ne contano circa 400, alte fino a 10 metri, erette su piattaforme (ahu) in prossimità del mare. Spettacolare è il paesaggio, caratterizzato da scogliere verticali, grotte, campi di lava e laghi di origine vulcanica.
L’Isola di Pasqua nel 1995 è stata inserita nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità (World Heritage Sites) dell’UNESCO.