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Sono magiche le feste di Natale a Óbidos, città fortificata a nord di Lisbona simbolo dell’unione di culture diverse. Da lontano, percorrendo le lunghe strade di campagna del distretto di Leira, a 80 chilometri a nord di Lisbona, la cittadina fortificata di Óbidos assomiglia a un gigantesco ferro da stiro. Intorno si snoda un chilometro e mezzo di mura di cinta, perfettamente conservate e percorribili in tutta la loro lunghezza.
E’ una città colta possente, generosa, solenne, opulenta e ha una storia interessante, unica nel suo genere: è un mosaico di stili architettonici – medievale, arabeggiante, gotico, rinascimentale e barocco – di vicende storiche antiche e moderne, e soprattutto di culture diverse che convivono in perfetta armonia. E’ una città che ha saputo trarre da ogni invasione, da ogni battaglia un arricchimento, un miglioramento.

Obidos
Colonizzata da romani, fu poi conquistata nel V secolo dopo Cristo dai visigoti, ma fu l’arrivo degli arabi tre secoli dopo a lasciare il segno. All’inizio, nel 711, fu una semplice conquista ma in seguito i musulmani invasori portarono con sé nuove tecniche agricole, istituzioni giuridiche e amministrative che cambiarono il volto della cittadina assieme alla lingua, che si arricchì di nuovi vocaboli. Il 1184 fu una data importante per Óbidos: il condottiero Gonçalo Mendes da Maia, O Libertador, mise fine al dominio arabo. Tutti i musulmani vennero espulsi tranne quelli che si sottomisero alla corona portoghese. Le istituzioni e le novità tecnologiche arabe, però, non vennero toccate ma adattate al nuovo regno. Nel 1282 Dom Dinis e la regina Isabella celebrarono le proprie nozze nel castello di Óbidos e da allora l’intera cittadina fu destinata quale regalo di nozze per ogni regina lusitana. Il regno di Dom Dinis, in pieno periodo medievale, fu davvero fortunato e prolifico per le tante iniziative artistiche e istituzionali. La città crebbe e divenne un centro culturale di rilievo fino al 1527 quando Dom João III istituì le cattedre di matematica e di teologia morale che riscossero grande risonanza in tutto il Paese.

Le fortezze di Obidos
Con il tempo Óbidos crebbe sempre più splendente e ricca, diventando una delle città fortificate più belle e suggestive del Portogallo, con una serie di chiese e palazzi di grande prestigio architettonico. Fu qui che le truppe lusitane si allearono con gli inglesi per fermare le armate di Napoleone e fu proprio tra le sue mura che nel 1974 si tennero le riunioni preparatorie alla rivoluzione dei garofani che liberò il Paese da una lunga dittatura, confermando la città cuore e mente del Portogallo.

La storia nel presente
La prima sensazione entrando in città è di camminare nella storia: ovunque monumenti, angoli, piazze, abitazioni e chiese che hanno determinato la ricchezza artistica e culturale del Paese e che raccontano le diverse epoche del passato. Si entra da Porta da Vila, con un soffitto dipinto e con un balcone decorato con splendide piastrelle maiolicate – gli azulejos – del XVIII secolo, una delle quattro esistenti lungo le mura fortificate, e si percorre rua Direita, che arriva direttamente al castello attraversando tutta la cittadina. A metà della rua si apre la piazza principale della città, che è disposta su un piano inferiore rispetto a quello stradale. Qui sorge la chiesa di Santa Maria, trasformata in moschea durante la dominazione araba: ha tre navate separate da colonnati dorici e coperte da un tetto in legno decorato da pitture tardo-rinascimentali e con tanti azulejos seicenteschi bianchi e azzurri. La piazza è chiusa a sinistra da una veranda con colonnette – O Terreiro – che da sempre introduce al mercato e da una colonna di granito che porta l’emblema della regina Leonor, il pescatore di gamberi, in ricordo di un pescatore, appunto, che cercò di salvare invano il suo unico figlio dalle acque del fiume Tejo.

Il Natale a Obidos
In questi giorni di festa sulla piazza si festeggia il Natale: oltre alle classiche, scintillanti luminarie natalizie, è stato creato un luogo fatato e denso d’atmosfera per grandi e piccoli, la grotta di Babbo Natale, che condurrà i visitatori indietro nel tempo, fino alla memoria della propria infanzia attraverso un percorso guidato. La città del Natale (www.obidos.pt) di Óbidos ospiterà anche un bellissimo mercatino di Natale dove acquistare oggetti d’artigianato locale, squisitezze gastronomiche e regali di ogni tipo, una giostra per i più piccoli e una pista di pattinaggio sul ghiaccio, oltre a numerosi spettacoli di teatro, dedicati ai più piccoli, e concerti. Ovunque in città si respira aria di festa, nelle piazze, nelle chiese e nei ristoranti dove si servono anguille fritte e l’immancabile caldeirada de peixe, una ricca zuppa di pesce, dalla sogliola ai gamberi, dai branzini ai frutti di mare, conditi con il buonissimo olio locale e accompagnati dall’ottimo vino bianco di Óbidos e di Gaeiras. Nel locali si beve la ginja, il liquore di visciole tipiche di questa zona- le mura cittadine sono circondate da ciliegi secolari – e dall’aguardente.

I mercatini
Sulle bancarelle del mercatino natalizio non mancano le arance dei frutteti che crescono nella campagna obidense, dolci e succose, e i dolci moirinhas, in onore ai conquistatori arabi ai quali, nonostante tutto, è stato dedicato lo stemma cittadino che riproduce un castello sormontato da due mezzelune, a onorare lo spirito di convivenza di culture e popoli diversi. Con una piccola deviazione dalla piazza si arriva alla chiesa di San Pietro: inaugurato nel 1747, è uno degli edifici barocchi più interessanti del Portogallo grazie alla sua forma esagonale. La sua costruzione fu voluta da re Giovanni V in memoria di un incidente al quale sopravvisse. All’interno si trovano tre cappelle – del Calvario e le due laterali dedicate alla Madonna e alla morte di san Giuseppe – con dipinti molto interessanti e una croce paleocristiana. Tutt’intorno si inerpicano strette stradine e vicoli medievali che arrivano fino al castello: qui ci si imbatte in verande e pareti che costeggiano strade in pietra, mura dipinte d’azzurro, di rosso o color ocra. Mura che, girato l’angolo, accecano per il biancore della calce, spennellata di fucsia dalle buganvillee che vi crescono.

La Pousadas
Ovunque i segni dei Romani e degli arabi e nelle pareti degli edifici simboli della cristianità convivono con l’arte islamica. La passeggiata termina al castello, simbolo di Óbidos, costruito durante il periodo di dominazione araba. Nei secoli il maniero subì numerose ristrutturazioni e cambiamenti, in particolare durante il regno del re Manuel I, quando il governatore ordinò la costruzione di un palazzo e cambiò alcune parti del castello. Il tremendo terremoto del 1755, che distrusse gran parte della città, danneggiò anche la fortezza che rimase abbandonata per molto tempo. Oggi, completamente ristrutturato, il castello costituisce uno degli esempi meglio conservati di fortezza medievale che si possono visitare in tutto il Portogallo e da qualche anno è stato trasformato in elegante pousada, in albergo, il primo ricavato all’interno di un edificio storico (www.pousadas.pt).

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