Arriva a Roma il bozzetto in terracotta dei Due lottatori, capolavoro di Michelangelo Buonarroti che per la mostra ai Musei Capitolini (www.museicapitolini.org), aperta al pubblico da domani, lascia Firenze per la prima volta dopo 500 anni. Di piccole dimensioni (41 centimetri di altezza), è un’opera di straordinaria potenza, che ha ancora impresse sulla superficie le impronte digitali del genio rinascimentale mantenendo intatta l’emozione dei corpi avvinti in una lotta frenetica. Presentata alla stampa, l’importante iniziativa organizzata da Zetema, dall’Associazione culturale Metamorfosi in collaborazione con Casa Buonarroti, inaugura una “staffetta di mostre” incentrate su singole opere di Michelangelo e Leonardo (l’8 dicembre, ancora ai Capitolini, sarà la volta del Musico, capolavoro vinciano dell’Ambrosiana, che non ha mai lasciato Milano), che culminerà con l’esposizione dell’autunno 2011 (Due italiani prima dell’Italia, Leonardo e Michelangelo). Il bozzetto, “scolpito con le dita”, come scrisse l’Aretino a proposito delle piccole opere in creta del Buonarroti, è stato allestito in una teca di vetro al centro della Sala dei Capitani, per poterlo ammirare in ogni sua parte e metterlo a confronto con i monocromi che decorano le pareti del palazzo michelangiolesco.
I due lottatori di Michelangelo
“E’ la prima volta che la terracotta lascia Firenze“, ha detto la direttrice della Fondazione Casa Buonarroti Pina Ragionieri ricordando che l’unico spostamento è stato per portare l’opera a una mostra allestita a Palazzo Strozzi, a pochi isolati della sua originaria sede museale. I bozzetti appaiono infatti dai primi inventari di Casa Buonarroti, ma l’averli riposti in passato in piccoli vani ha causato notevoli danni. In particolare proprio a quest’opera così potente e fragile allo stesso tempo. Solo nel 1926 due eminenti studiosi di Michelangelo, Giovanni Poggi e Johannes Wilde, hanno avuto il coraggio di ricostruire la terracotta ormai in pezzi conservati in un sacchetto. E hanno anche iniziato a far luce sulle numerose ipotesi nate sull’individuazione dei personaggi avvinghiati nella lotta (forse Ercole e Caco, soggetto per una scultura da collocare vicino al Davide, ma il blocco di marmo scelto da Michelangelo non era adatto, forse Ercole e Anteo), fino alla decisione, presa proprio dalla Ragionieri, di adottare la semplice dicitura dei due lottatori. Si è trattato di un “recupero importantissimo“, ha concluso la Ragionieri, perché “il bozzetto rappresenta il culmine dell’arte di Michelangelo nel campo dell’opera piccola“.
I due lottatori di Michelangelo in mostra a Roma, ai musei Capitolini
di Novembre 1, 2010Commenta