LOW DECO
Il Comune di Milano – Assessorato allo Sport e Tempo libero e il FAI – Fondo Ambiente Italiano promuovono dal 18 maggio al 13 giugno Low Déco: un percorso che mette in relazione le opere di artisti emergenti con gli ambienti di Villa Necchi Campiglio, uno dei gioielli dell’architettura del Novecento di Milano, progettata negli anni Trenta dall’architetto Piero Portaluppi e dal 2001 patrimonio del FAI.
Gli spazi di Villa Necchi si aprono alla ricerca dei linguaggi contemporanei di giovani artisti quali Meris Angioletti, Riccardo Beretta, Patrizio Di Massimo, Matteo Rubbi, Santo Tolone nella mostra curata da Alessandro Rabottini.
Low Déco parte dalle suggestioni che derivano dalle eccezionali caratteristiche del luogo che, come spiega il curatore, “si apre alla conoscenza dello spettatore contemporaneo come fosse un origami temporale dove passato, presente e futuro si intrecciano fra loro”. “Gli artisti, che si sono formati a Milano, sono uniti da un interesse comune verso l’indagine del passato e spesso il loro lavoro” – continua Rabottini – “si caratterizza per una spiccata sensibilità verso le testimonianze rimosse dalla storia o per una loro interpretazione al di fuori degli schemi consolidati”.
GEMINA MUSE
“Gemine Muse è un’iniziativa di sicuro valore – spiega l’assessore allo Sport e Tempo libero del Comune di Milano, Alan Rizzi – perché offre ai giovani artisti emergenti la possibilità di far conoscere le proprie opere e le proprie capacità in contesti storico-artistici di grande livello, scenari d’eccezione scelti per accompagnare il loro debutto davanti al grande pubblico. Quest’anno a Milano, grazie alla sensibile collaborazione del FAI, Gemine Muse e i suoi artisti entreranno nel meraviglioso giardino di Villa Necchi Campiglio, che sarà aperto ai visitatori per mostrare le realizzazioni di questi giovani talenti.”
LE OPERE IN MOSTRA
La scultura realizzata da Santo Tolone (Como, 1979. Diplomato all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano), a partire da un progetto di fontana mai realizzata da Portaluppi, incorpora elementi di arredo urbano e design, mentre Riccardo Beretta (Mariano Comense – Co, 1983. Diplomato all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano) fa dialogare un albero del giardino con un intarsio ligneo che mima una superficie marmorea, evocando la ricerca sulle superfici già cara a Portaluppi.
Con l’intervento sonoro di Meris Angioletti (Bergamo, 1977. Diplomata all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano) lo spettatore è guidato all’interno del giardino dalle voci di attori professionisti, che recitano un copione immaginario ambientato in villa; Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983. Diplomato all’Accademia di Brera, vive e lavora tra Amsterdam e Londra) ha realizzato un’opera in forma di visita guidata all’interno della Villa con un personale percorso all’interno dell’edificio e delle sue memorie storiche e artistiche, giocando a coinvolgere attivamente il pubblico.
Il gioco come luogo della socialità e della mondanità è al centro del lavoro di Matteo Rubbi (Bergamo, 1980. Diplomato all’Accademia di Brera, vive e lavora a Milano), che offre agli spettatori la possibilità di sedere nel giardino e usare i giochi da tavolo, realizzati a partire da prototipi primo novecenteschi mai commercializzati e per i quali non esistono regole chiare, un invito agli spettatori a trovarle o crearle da sé.
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