L’Abbazia Romanica di Santa Maria delle Moie,nel cuore della provincia di Ancona.

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Nella quiete della media valle dell’Esino affiancata dai declivi collinari che su di essa si affacciano troviamo la cittadina di Moie,nel cuore della provincia di Ancona.La circonda una suggestiva campagna che per secoli e’ stata l’unica risorsa di sostentamento per una popolazione che,pur di molto aumentata,e’ legata sostanzialmente alle sue origini e alle sue tradizioni.La coltivazione della vite in razionali vigneti e’ la massima espressione di un territtorio vocato alla produzione di ottimi vini.Non mancano oliveti che danno alla zona una caratterizzazione specifica che rimanda ad una coltivazione che si perde nel tempo,ne sono testimonianza alcuni ulivi secolari presenti in loco.
Moie e’ il tipico esempio delle profonde trasformazioni ed evoluzioni di carattere demografico e sociologico verificatesi nella media valle dell’Esino dall’ultima decade dell’Ottocento a tutto il Novecento.Moie e’ un esempio sorprendente di una realta’ mutata forse troppo in fretta in un’entita’ moderna e piu’ funzionale.Agli inizi del Novecento era un agglomerato di poche case,l’attuale rione delle “Casette”nei pressi della millenaria abbazia.La storia di Moie affonda le radici in epoche lontane,il fiume fu una via di comunicazione ed i suoi pressi luogo di insediamenti preistorici.

Moie ha storicamente origine,come altri centri della valle,dalla presenza dei monaci benedettini cui si deve uno dei monumenti religiosi piu’ prestigiosi dell’intera regione ,l’abbazia di Santa Maria di Moie in cui si venera da oltre due secoli l’immagine di Maria Santissima Madre di Misericordia.

Cenni storici

Situata sulla riva sinistra del fiume Esino e lungo l’antica via Flanbenga,l’abbazia di Santa maria delle Moie fu probabilmente fondata all’inizio del sec.x1 dalla famiglia Attoni-Alberici –Gozoni come monastero privato. Sorta in mezzo a una vasta selva,l’abbazia costitui’il centro di rinascita della zona .L’abbazia si trovava in pianura nei pressi di una antica zona paludosa che si estendeva lungo l’Esino chiamata molie da cui derivo’ il nome: in un documento del 1219 viene infatti chiamata Molie S. Mariae plani,con riferimento anche alla zona pianeggiante in cui era dislocata. L’abbazia confinava con una zona boscosa indicata come Silva Carpineta;non lontano si trovava un ponte che consentiva il passaggio sulla riva destra del fiume Esino. Nei secoli x1-x11 ricevette numerose donazioni: dal catasto del 1295 risulta che Santa Maria delle Moie possedeva una superficie di circa centosessantacinque ettari e quattro mulini. La potenza del monastero benedettino crebbe comunque nel sec. Xv quando raggiunse un’estensione di quattrocentoventotto ettari. La chiesa fu restaurata nel 1524: lo testimonia una lapide sulla facciata occidentale. Il restauro fu forse motivato dal cattivo stato delle torri medievali e comporto’ la trasformazione della parte superiore del corpo occidentale,dove venne collocata l’abitazione del sacerdote. Al 1524 risale anche l’attuale campanile. Nel 1600 il vescovo diocesano Marco Agrippa Dandini elevo’a parrocchia la chiesa di Santa Maria delle Moie.

La struttura

La chiesa e’ composta da pietre squadrate di arenaria giallastra. All’interno e’ sorretta da quattro pilastri e articolata in tre navate,divise in tre campate : la navata mediana e’ sopraelevata e leggermente cuspidata. A oriente tutte le navate terminano con un’abside semicircolare. Da questo lato le absidi,che si differenziano per altezza e profondita’ ,evidenziano la forma basilicale della chiesa. Due sono invece le absidi che sporgono verso l’esterno nel lato nord,decorate come il cornicione ,con gli archetti pensili in travertino bianco,in parte sostenuti da coppie di lesene semicilindriche coronate da piccoli capitelli senza decorazione. Prima di entrare in chiesa e’ posto un atrio,di pianta quadrata e coperto a crociera fiancheggiato da due ambienti dalla pianta analoga,il sinistro dei quali accoglie una scala a chiocciola. Il portale presenta una strombatura a colonne gradinate ed e’ decorato con intrecci di foglie e fiori.

Un ringraziamento ad un gentilissimo lettore che ci ha inviato il materiale per l’articolo.

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