Preferisce l’ autunno al caldo dell’ estate, è aggiornato sulle problematiche ambientali e interessato al territorio che lo circonda. E’ l’ identikit del turista naturalista, dell’ eco-turista ‘doc’ tracciato dall’ Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze nel corso di una recente indagine condotta all’ isola di Pianosa (Li). “Nell’ ambito del progetto di ricerca TuristiCO2 per la valutazione della carrying capacity (capacità portante) turistica nell’ Arcipelago Toscano, abbiamo voluto saperne di più sui motivi che spingono gli oltre 16.000 turisti a visitare un posto selvaggio e disabitato come Pianosa” spiega Francesco Vaccari dell’ Ibimet-Cnr e responsabile del progetto.
IL TURISMO A PIANOSA
Nel corso dell’ indagine, svolta tramite questionari distribuiti ai visitatori, sono emerse quindi alcune interessanti osservazioni. “Il turista che va a Pianosa nel cuore dell’ estate, anche se dichiara interesse per il patrimonio ambientale dell’ isola, è principalmente attratto dal mare. E sono soprattutto il carcere e lo stile di vita dei detenuti in semilibertà a solleticare la sua curiosità” sottolinea la ricercatrice Sonia Trampetti, dell’ Ibimet-Cnr.
“Viceversa – aggiunge –, il naturalista preferisce visitare la località in primavera e in autunno per poter osservare specie endemiche di piante come il Limonium planesiae, ammirare i nidi del gabbiano corso o seguire il passaggio degli uccelli migratori“.
VISITATORI ESTIVI E VISITATORI ECOLOGICI
Secondo i ricercatori del Cnr, inoltre, il visitatore ‘estivo’ non riesce a percepire con chiarezza il tipo di paesaggio che si trova ad ammirare (abbandonato più che selvaggio) e non ha chiaro l’ impatto che l’ uomo ha sulla natura circostante. Questo turista più tradizionale, ritiene, ad esempio, che i cambiamenti climatici siano fortemente correlati alle attività umane ma ha difficoltà a individuarne gli effetti nell’ area in cui vive. “Molti visitatori, poi, sono confusi al punto da considerare l’ inquinamento come una conseguenza del cambiamento climatico” precisa Trampetti.
“Al contrario, il turista autunnale – continua Trampetti – oltre a risultare più preparato sulle domande del questionario legate ai temi ambientali, è interessato a visitare tutte le zone dell’ isola, comprese quelle accessibili solo se accompagnati dalle guide; è più disponibile, infine, ad attività di esplorazione e di osservazione come trekking, kayak, mountain bike e birdwatch“.
L’ IMPATTO DEL TURISMO SU PIANOSA
Ma il progetto TuristiCO2 non ha solo l’ obiettivo di scandire la tipologia dell’eco-turista. Lo studio, infatti, ha soprattutto l’obiettivo di valutare l’ impatto turistico sull’ isola dell’ emissione di anidride carbonica. “Quantificando la produzione di CO2 legata al turismo di Pianosa e confrontandola con i flussi che ‘assorbe’, il progetto – assicura Vaccari – riuscirà a indicare l’ effettiva capacità di carico sostenibile dell’ isola“. Info: www.cnr.it