LE PROTESTE DELLA POPOLAZIONE LOCALE
Sull’ atollo, praticamente disabitato, vive solo il figlio dell’ interprete del ‘Padrino’, Teihotu Brando, con la sua famiglia. E’ lui che ha affittato una parte dell’ atollo alla società alberghiera. Di fronte alle proteste dei pescatori e degli ambientalisti, ferocemente contrari al progetto, il presidente della Polinesia francese, Oscar Temaru, ha parlato del ‘The Brando’ come di una “vetrina sul piano mondiale” per il territorio d’ oltremare francese, e ha snocciolato le cifre dell’ investimento: verranno spesi 100 milioni di euro, 150 persone del posto lavoreranno nel cantiere, 100 saranno assunte per la gestione dell’ hotel. In tempi di crisi sono numeri da non buttar via, è il messaggio di Temaru, che comunque rassicura: i lavori saranno realizzati “con tutte le autorizzazioni e precauzioni possibili“.
UNA COSTRUZIONE “VERDE” CON ORTO BIO
Anche il pdg di ‘Pacific Beachcomber’, Richard Bailey, cerca di smorzare le polemiche degli ecologisti e dei pescatori: ‘The Brando’ sarà una costruzione ‘verde’, con elettricità fotovoltaica, nessuna costruzione sarà visibile dalle rive. E non è finito qui: “con l’ aiuto dei pescatori locali” e “con la realizzazione di un grande orto bio”, Bailey punta a raggiungere “la massima autonomia per l’ approvvigionamento alimentare” del complesso alberghiero. Promesse e rassicurazioni che non bastano a placare le proteste degli ambientalisti: l’ accusa al governo locale è quella di essersi fatto “narcotizzare dai miliardi del progetto“.
UN PARADISO DA PROTEGGERE
Vogliono che i 13 isolotti della laguna di Tetiaroa vengano dichiarati riserva naturale: è una specie di paradiso, con spiagge magnifiche, pesci di tutti i colori, coralli viola, santuario ornitologico, un ecosistema straordinario ma fragile, dicono, da proteggere. Brando acquistò Tetiaroa negli anni ’60, dopo averlo scoperto mentre girava da quelle parti ‘Gli ammutinati del Bounty’. E’ qui e nella Valle della Morte in California che vennero disperse le ceneri del grande attore, morto nel luglio 2004. Negli anni ’70, dopo aver pensato in un primo tempo di realizzarvi un’ università, Brando optò infine per un piccolo villaggio turistico: una quindicina di capanne, confuse tra la vegetazione. Niente, proprio niente, a confronto di quello che sarà ‘The Brando’.
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