Guidare il pubblico attraverso un luogo in continua trasformazione, in cui vengono riportate alla luce la specificità e le molteplici stratificazioni che hanno interessato il cantiere di scavo del Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli. Questo l’ obiettivo della mostra “Santuario di Ercole Vincitore. Il cantiere, lo scavo, le meraviglie”, in programma a Tivoli dal 3 ottobre 2009 al 27 febbraio 2010.
Il visitatore sarà accompagnato da una serie di pannelli illustrativi e avrà l’ occasione di immergersi nell’ atmosfera di sfida e curiosità che è alla base del progetto di restauro e riqualificazione. Saranno inoltre organizzate iniziative collaterali mirate alla conoscenza dell’ intero complesso monumentale.
L’ ARCHEOLOGIA DI TIVOLI
Tra le numerose sopravvivenze archeologiche che documentano l’ importanza di Tivoli in età romana il Santuario di Ercole Vincitore costituisce senza alcun dubbio la testimonianza più straordinaria per l’ estensione e la monumentalità delle strutture conservate. Costruito tra il II e il I sec. a.C. a 300 metri circa dalle mura urbane, sopravvive oggi nella zona sud orientale della città, lungo il costone affacciato sulla valle dell’Aniene, a poche decine di metri dalla Villa d’Este.
Per la cronologia, la tecnica edilizia e più in generale la grandiosità del progetto il santuario si inserisce nel quadro di un’ architettura che fece nascere complessi culturali eccezionali in Italia centrale, come è ancora oggi possibile constatare a Palestrina, Terracina e Nemi. Rispetto a questi esemplari l’ organismo tiburtino si distingue per l’ estensione (tre ettari su quattro piani) e per la spregiudicatezza di alcune delle soluzioni tecniche adottate.